La famiglia X
La famiglia è sempre un’incognita. Una variabile impossibile da calcolare che non conosce e non risponde ad alcuna regola scritta o non scritta che sia. Può andarti bene, può andarti benino o proprio male ma con la famiglia devi fare sempre i conti che ti piaccia o meno.
La famiglia X di Matteo Grimaldi edito da Camelozampa narra di questo: ovvero di come sia assolutamente impossibile calcolare l’incognita legata alla tua famiglia: quella di origine ma anche quelle di affido se, come nel caso di Michael, vi capita di essere tolti alla vostra famiglia di mamma e papà biologici che vi sfruttavano per lo spaccio di droga e vi ricapita di essere affidati ad una famiglia che si prenda cura di voi.
Michael ha 13 anni e dopo l’arresto dei suoi genitori e dopo un breve soggiorno presso la signora Guerra che ospita i bambini in attesa di affido, viene affidato alla coppia di Enea e Davide, una coppia omosessuale. Michael non si scompone, è pronto a verificare col metodo empirico l’incognita di questa nuova famiglia senza badare al sesso dei suoi affidatari ben sapendo che la sua famiglia tradizionale bisex del bene proprio non ha saputo fargli.
Su Michael si scatenano una serie di sfortunati eventi, tutti correlati: l’arresto, l’affido, la quasi bocciatura a scuola e il dover aver a che fare con gente bigotta e ignorante che raccoglie firme per allontanarlo da Enea e Davide.
Un guaio dietro l’altro che si dipana tra gli intrecci della trama che arriva ad una conclusione pienamente positiva su quasi tutti i fronti: la signora Guerra rinuncia a capeggiare la lotta per togliere il ragazzo ai suoi affidatari (uno dei quali è per altro suo figlio che lei ha cacciato e rinnegato molti anni prima) e tutto si aggiusta. Michael viene bocciato ma in questo contesto è il minimo della pena mi pare. L’happy end è talmente happy che qualche perplessità me l’ha lasciato, a dire la verità, va bene che la conclusione deve essere positiva data l’età del lettore implicito di questo libro, però mi è parso che i nodi fossero sciolti un po’ troppo facilmente… Ma questo è l’unico pensiero che ho fatto su un libro che complessivamente regge, con la sua narrazione in prima persona a focalizzazione tutta interna che ci porta insieme a Michael nelle sue giornate a dir poco impegnative.
Mi sono soffermata sulla trama di questo libro come solitamente non faccio perché è stato oggetto di una censura mediatica via facebook, sicuramente a seguito di una segnalazione, come materiale improprio perchè tratta di un affido ad una coppia gay.
Ora, non potevo non prendere apertamente posizione su questa cosa. Io mi occupo di libri per bambini e ragazzi, non della difesa dei diritti delle framiglie omosessuali ma di quelli dei lettori sì.
Il lettore ha diritto a libri di qualità.
Che i contenuti di questi libri di qualità siano o meno in linea con le idee personali di qualche adulto NON può essere motivo di censura del libro che invece valuto adatto a qualsiasi lettore della fascia 8-10 anni, direi.
Proprio in questi giorni a Todi è accaduto un altro atto grave legato all’eliminazione di libri considerati gender…. abbiamo già visto questo film di classe C qualche anno fa qui a Venezia.
Resistere è un dovere di chi si occupa di lettori e di libri e delle narrazioni che questi due messi insieme possono veicolare.
Ogni esistenza è possibile e degna di rispetto e i libri devono aprire ogni tipo di possibilità d’esistenza e di speranza.
E non è finita qui…. vedrete il libro di domani….. 🙂
Verissimo! Continuiamo a resistere e a sperare! Non c’è altro da aggiungere