Un libro in cartella. “La Grande Azzuffata”

“La grande azzuffata”

 Età: da 7 anni

Pagine: 40

Formato: 25×32

Anno: 2017

Editore: Edizioni Clichy

Autore: Davide Calì

Illustratore: Serge Bloch

Traduttore: Tommaso Guerrieri

 

 

Ed eccoci giunti all’ultimo libro in cartella prima dell’estate…

L’anno scolastico sta per concludersi. Le “cartelle”, a breve, finiranno in lavatrice per un lavaggio ad alte temperature e magari necessiteranno pure di un prelavaggio. Poi, verranno inevitabilmente sostituite dagli zainetti da spiaggia.

lavatrice

E i libri?!? Che fine faranno? Verranno abbandonati in qualche scatolone o riposti negli scaffali a riempirsi di polvere?!?

Io spero che l’estate, per me e per i “miei” alunni, possa essere l’occasione per trascorrere un po’ di tempo in biblioteca, liberi dai compiti e senza vincoli di tempo, a leggere… per il puro piacere di leggere!

libreria

L’albo illustrato che vi racconterò oggi richiama, per certi aspetti, il libro con cui lo scorso autunno ho iniziato  questa rubrica. Vi ricordate “I due mostri” di David McKee nel quale i due protagonisti hanno visioni agli antipodi sullo stesso argomento e il dialogo diventa prima un battibecco poi un litigio vero e proprio? I due mostri litigano scagliandosi addosso parole offensive, quasi “volgari”, accompagnate sempre da una sottile ironia, che enfatizza le dinamiche solitamente messe in atto quando si litiga.

lotta cuscini

Ebbene, oggi torno su un argomento, che mi sta particolarmente a cuore, con una nuova lettura:

“LA GRANDE AZZUFFATA”.

Oggi come oggi i bambini in particolare, ma spesso vale anche per gli adulti, faticano a gestire i conflitti di qualsiasi tipo essi siano.

Mi chiedo: “Perché?”

Sembra più semplice accantonare, aggirare o ignorare il motivo del conflitto piuttosto che affrontarlo, sviscerarlo, chiarirlo. Spesso i bambini anziché esser spronati nella risoluzione positiva di un possibile screzio o presunto torto subito vengono suppliti dall’intervento dell’adulto. In questo modo il bambino anziché gestire autonomamente la faccenda viene mediato, supportato e troppo spesso sostituito dal genitore/insegnante/educatore. Così è più semplice, si pone fine più velocemente ai fraintendimenti. Di fatto non li si risolve. È una soluzione più facile. Rispecchia la società attuale: risolvere qualsiasi problema nel minor tempo possibile e con il minor dispendio di energie. Non è detto però che ciò abbia un riscontro positivo nel prossimo futuro. Infatti evitando ai bambini di risolvere da soli i litigi li si scredita e deresponsabilizza.

Spesso in classe, a ricreazione, ma lo vedo anche a casa con i miei figli, i bambini litigano.

Da un lato non ha senso parlare di “pace nel mondo” se poi quotidianamente ciascuno bisticcia costantemente con tutti e per tutto. Dall’altro credo che il litigio sia fisiologico per noi esseri umani, o forse esseri viventi/animali in generale. Noi esseri umani, alcuni più di altri, abbiamo bisogno di litigare. A volte, il litigio, succede semplicemente per affermare il possesso di qualcosa, altre per confrontarsi tra pari o per mettersi alla prova e sfidarsi, altre ancora, ma è già più raro, per difendere qualcuno da un’ingiustizia.

Di fatto i motivi del litigio solitamente sono abbastanza sciocchi, cioè sembrano molto importanti, ma poi, andando a fondo della questione, si rivelano futili o infondati, o subentra l’orgoglio.

Ma veniamo alla lettura in classe…

Classe seconda primaria, questa volta la lettura corrisponde all’età “consigliata”: 7 anni.

“Bambini vi ho portato un nuovo libro da leggere”

Risposta: “Evvai!!!”

Prendo in mano il libro e lo mostro. Leggono il titolo ad alta voce “La grande azzuffata”

Chiedo: “sapete cosa sono le zuffe?!?”

“Sì… quando si litiga”, “Quando si fa baruffa”, “Quando si fa a pugni”, “Quando ci si dà le botte”.

“Esatto!  Voi litigate spesso?”

Risposta collettiva, convinta “Nooo..”

Hanno una percezione distorta tra quanto pensano/rielaborano e quanto realmente accade. A volte, per loro, piccoli fatti divengono questioni insormontabili, allo stesso tempo invece questioni importanti passano in secondo piano e non vengono rielaborate propriamente. Allora porto qualche esempio…

“Per i banchi…?” (ossia la scelta del posto)

“Ah sì è vero”

“Per chi si prende i giochi?”

“Ah sì è vero”

“Per chi può giocare e chi no”

“Ah sì è vero”

“Per chi va in bagno per primo”

“Ah sì è vero”

Ecc. Ecc. Mi fermo qui con gli esempi. Apro il libro e comincio a leggere…

“C’è la ricreazione,

e come sempre

alla ricreazione…

è il momento della ZUFFA!”

Alcune onomatopee accompagnano le illustrazioni e fanno sorridere i bambini .

“Ma come è cominciata questa storia?

La zuffa è nata insieme agli esseri umani…

E anche se non sappiamo cosa avessero in testa

i due uomini che si sono azzuffati la prima volta

possiamo immaginarci il motivo…”

“È il mio mammut!” – “No, è il MIO mammuth!”

Nella storia dell’umanità dunque le zuffe sono sempre esistite. È solo cambiato il motivo della zuffa.

“È una penna a quattro colori? Fammi vedere!”

Sollevo un attimo lo sguardo dal libro e vedo che i bambini sorridono, si ritrovano nella situazione descritta. Il testo è scritto in carattere nero, stampato maiuscolo. Alcune frasi in rosso, altre in grigio. Le immagini nella loro essenzialità sono molto esplicative e completano il testo.

“Aspetta maestra, non girare pagina, sto guardando il disegno”

Il disegno descrive l’atteggiamento non verbale tipico, dalla gestualità del corpo, alla prossemica caratterizzante il pre-zuffa: pugno destro chiuso, pugno sinistro serrato, denti digrignati, sguardo minaccioso!

La zuffa ha molteplici lati positivi, dall’esercizio fisico che comporta, alla possibilità di far ossigenare i polmoni, alla resistenza fisica ai numerosi attacchi. La zuffa comincia… è impossibile individuarne l’origine. Ci sono vari tipi di zuffe quella ingiusta, quella imbrogliona, quella equa… e vengono spiegate.

Volto pagina e leggo “I genitori dicono sempre: – Gioco di mano, gioco di villano!” e un bambino aggiunge “è vero, anche la mia mamma lo dice sempre!”. Poi non si capisce perché però gli adulti a bordo campo durante la partita incitano i propri figli ad essere aggressivi ben più che sportivi.

“La vera zuffa è un gioco. Se il motivo diventa l’odio non è più un gioco” segue un attimo di silenzio… poi lo stesso bambino di prima aggiunge “è vero… tipo la guerra”.

La rivalità maschi e femmine si sa alle elementari raggiunge l’apice e quando leggo “Anche le bambine si azzuffano? La risposta è no, ovviamente. Le bambine sono una frana nelle zuffe, lo sanno tutti.” Qui la tensione si fa tagliente, per fortuna l’autore subito dopo rivede l’affermazione provocatoria e risolleva gli animi.

Si parla poi dei tempi di durata delle zuffe. Insomma l’argomento viene trattato a tutto tondo.

La parte che mi è piaciuta di più e in cui mi sono ritrovata è “Chi è stato a cominciare?”. Domanda senza senso e fuori luogo, spesso fatta per temporeggiare e volta a trovare una soluzione tempestiva alla situazione che sta per degenerare.

“È quasi impossibile fermare una zuffa quando è cominciata. A meno che non si senta dire una di queste cose: a tavola o attenti, arriva la maestra o pausa, ho la sabbia negli occhi o fermi, ho perso il mio Pikachu!” Segue una risata sonora. Ascoltano con interesse e attenzione e si vede che cominciano a pensare… alle loro di zuffe. Il libro si conclude con una nuova zuffa che ricomincia.

Chiudo l’albo e una bambina nota: “Maestra, è il bambino visto da dietro, all’inizio sulla copertina era davanti”. Ecco cosa succede quando i bambini sono attenti osservatori e quando l’illustratore riesce a comunicare, a dare un messaggio attraverso l’illustrazione.

Seguono inevitabili racconti di zuffe memorabili…

Un bambino dice ad un altro “Ti ricordi quella volta a casa tua che ti sei rincorso per la casa con tua sorella perché non voleva lasciarti giocare alla Play?” e l’altro “Si però poi l’ho presa e che calcio le ho dato anche se è più grande di me!”

Tra compagni maschio e femmina: “Beh… e ieri tu che non mi volevi dare il righello, volevo solo vederlo eh, mica mangiarmelo!”

“Anch’io litigo sempre con mio fratello e vuole sempre avere ragione lui…”

“Io faccio la lotta sul lettone con mio papà”

Insomma di zuffe tutti ne abbiamo da raccontare a bizzeffe e se qualche volte ci è andata male, altre è stato davvero divertente!

L’ora di lezione è quasi conclusa…

…cominciamo a riordinare i banchi, a mettere via astucci e quaderni e a preparare gli zaini per andare a casa. Quand’ecco che arriva la fatidica quotidiana domanda: “Maestra posso stare a mano tua” e subito una risposta: “No toccava a me!!!” e un’altra “Ma glielo avevo chiesto io sta mattina…”

Li guardo in silenzio… mi guardano… e ridono… si scambiano uno sguardo sornione… poi esclamano: “Stavamo litigando vero?!?”.

Rido anch’io.

Buona Estate, buone letture e… arrivederci a settembre!

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