“No, la zuppa no” di Luigi Dal Cin

Diciamoci la verità, da adulto ad adulto e da ex bambino a ex bambino: tutti abbiamo molto ben presente quando un piatto che la mamma (noi adesso o la nostra in passato) o il papà ci propone proprio non ci piace e il disgusto che ci provoca è tale da far venire un nodo in gola e le lacrime agli occhi.

E cosa fa un genitore in questi momenti?

Beh, tiene duro, le prova tutte, se ha proposto quel piatto è perchè senz’altro avrà delle caratteristiche buone per la salute se non per il palato dei propri figli…

In alcuni casi il genitore tiene duro nella maniera peggiore: ovvero minacciando il bambino, si può trattare di una minaccia “accettabile” per esempio una restrizione nel gioco, oppure di una minaccia francamente inaccettabile che fa leva sulla paura.

“Se non mangi la zuppa di cavolo chiamo l’0rco”

Ecco, questo è esattamente quello che fa la mamma di Peter tutti i santi venerdì che Dio manda sulla Terra, protagonista dell’ultimo albo illustrato scritto da Luigi Dal Cin e illustrato da Francesco Fagnani appena edito da Lapis.

Peter terrorizzato dall’idea dell’Orco, combatte la sua battaglia fino a quando la mamma pronuncia, affacciata alla finestra, la O di Orco, poi cede al terrore ed ingurgita il cibo odiato.

Un giorno però Peter non ce la fa: che la mamma chiami pure l’Orco e accada quel che accada!

E adesso? Come si fa, pensa la mamma che sa benissimo che l’Orco è solo una sua sadica invenzione?

La mamma recita la sua parte fino in fondo, chiama l’Orco e, indovinate un po’, l’orco arriva!

Ma….lungi dall’essere dalla parte della mamma l’Orco è dalla parte del bambino.

Ma come gli sarà mai venuto in mente, al bambino, di mangiare la zuppa di cavolo al posto dei mirtilli!?

Ed è così che anche la mamma, in una specie di reminiscenza da intermittenza del cuore prodotta dallo spavento dell’Orco, ricorda di esser stata bambina, di aver odiato la zuppa di cavolo e di aver a sua volta subito le angherie della mamma che la minacciava di chiamare l’Orco.

Non vi racconto i dettagli della conclusione, tutto è bene quel che finisce bene, ma mi e vi domando: perché abbiamo queste forme di sadismo genitoriale?

Quante volte ci capita di sentire ancora genitori (e nonni ecc.ecc.), al parco o alle uscite di scuola, delegare la propria autorevolezza all’autorità di un qualche lupo o orco di turno (nei casi peggiori anche qualche zingaro ecc.) che spaventi a dovere e faccia obbedire il bambino?

Ma che razza di figura facciamo agli occhi dei nostri bambini con questi miseri trucchi?

Non c’è Orco o Lupo che possa salvarci dall’incapacità di fondare la propria autorevolezza di genitori (non autorità) agli occhi dei nostri figli. La responsabilità è lì e ce la dobbiamo tenere tutta. Ci sono invece i libri a mettersi dalla parte dei bambini e le storie di Luigi Dal Cin sanno farlo con quella semplicità e sincerità necessarie.

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