Sonia MariaLuce Possentini quando la luce racconta
L’illustratrice che avremo ospite dei corsi di Teste fiorite il 6 ottobre è Sonia MariaLuce Possentini, premio Andersen italiano come illustratrice 2017.
La Possentini è un’illustratrice che mi incuriosisce molto e che da sempre seguo attraverso i libri; il suo stile inconfondibile è capace di trasportare la narrazione del libro in un’altra dimensione temporale ed è questo che più mi piace di lei. Immagini narrative ma sospese nel tempo.
Le tonalità di luce e i colori che risuonano tra le pagine degli albi illustrati dalla Possentini ovattano e evocano un tempo sospeso: talvolta questo tempo è sospeso nella memoria, altre volte invece si tratta di un tempo nostalgico. Sempre, comunque, questa illustratrice ci solleva e ci con-duce da un’altra parte, ci porta insieme a lei dove lei stessa è andata a cercare l’anima del testo. Ci porta nella storia, certamente, ma anche in luoghi dell’anima del lettore che solo la poesia e certe sfumature di luce sanno evocare.
Lo stile della Possentini è tutto qui: nelle oscillazioni tra luce e poesia, tra bianco e colori in cui il nero fa da contrappunto che rafforza la luce; tra narrativa e poesia in cui la narrazione si fa di per sè poetica.
Tutto sembra nascere da una foto, o almeno il gioco sulle inquadrature e anche il disegno iperealistico richiamano immediatamente la fotografia (vi consiglio caldamente di leggere con calma la bellissima intervista rilasciata a Libricalzelunghe in cui si parla anche del dagherrotipo). Poi però interviene lei, la mano dell’artista, a sfumare, a inondare di luce, ad aggiungere o sottrarre colore ed ecco che quell’immagine che è iperrealistica diventa di colpo un’altra cosa. Qualcosa di sospeso, appunto, nel tempo e nello spazio, qualcosa che si insinua tra le crepe al tempo stesso del testo, come ogni buona illustrazione deve saper fare, così come del reale.
Dal bianco, che resta il colore preferito della Possentini (un colore che è per altro la somma o la sintesi di tutti i colori, esattamente come il nero; sono dei metacolori in qualche modo) emergono figure umane o animali che appaiono sempre come se fossero colti di sorpresa: una foto scattata al volo, appunto, un’immagine rubata con una inquadratura inconsueta. Spessissimo in copertina ci sono in primo piano bambine e bambini, il soggetto per eccellenza, insieme agli animali, dei lavori della Possentini.
Molte sono le tavole, persino le copertine, in cui questi bambini ci danno le spalle: Un bambino, Kite edizioni, Noi, Bacchilega Junior, Il sogno di Youssef, Camelozampa, Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie, Corsiero editore; tanto per dirne alcuni.
Questi bambini sono presi sì di spalle quasi alla sprovvista, ma allo stesso tempo con la loro posizione comunque sempre in movimento ci invitano ad entrare nella storia.
Loro camminano, e noi andiamo loro dietro
pronti a scoprire che cosa stanno facendo, dove stanno andando ma, soprattutto, chi sono
Non mancano le tavole e le copertine in cui il bambino, o l’animale, guarda davanti ma anche in quel caso il movimento ci induce a seguirlo, ci chiama dentro il libro.
Il mondo nelle illustrazioni di questa inconfondibile artista è sempre e comunque in movimento, vivo; le inquadrature sono sempre scorciate in modo da lasciarci spazio e modo per fantasticare sull’altrove che non vediamo, che forse stiamo leggendo nella storia, o che forse possiamo solo immaginare.
Luoghi ficisi e interiori, scorci di inquadrature e di vite che sono metafore, metafore d’infanzia o forse lei preferirebbe dire, metafore di vita, togliendo aggettivi che ci allontanino dalle immagini. Le tavole di Sonia MariaLuce Possentini parlano a tutti perché parlano un linguaggio condiviso che è quello della memoria.
Una memoria che può anche modularsi in nostalgia, nostalgia di un passato temporale, di uno spazio fisico ma anche, e soprattutto, nostalgia di se stessi. Mi viene in mente un saggio bellissimo Dream Days: nostalgia d’infanzia di Barbara Servidori dedicato all’infanzia come luogo della nostalgia e malinconia uscito su Hamelin 44 “L’incompreso”.
Ecco la Possentini arriva lì, anzi, arriva qui, e qui si insinua dentro il lettore con la capacità persino di farci dimenticare la storia in favore delle immagini. Capita infatti con gli albi di Sonia MariaLuce Possentini di restare incastrati più nelle illustrazioni che nella storia, per questo indubbiamente le sue illustrazioni hanno più che sostenuto anche testi deboli di cui probabilmente non ci resterebbe molto se non fosse per…la luce che entra dalle pagine.