Ecco il lupo di Alexandre Rampazo

Ecco il lupo.

Così vicino come non avete mai pensato di vederlo, e forse come non avreste mai desiderato vederlo….

Eppure eccolo qui, in  carne ed ossa, o meglio, in carta e colori. Ci ha pensato  Alexandre Rampazo a portarcelo in casa, vicino vicino… in tutto il suo splendore di lupo snello e scattante e….

La forma è elegantissima: un albo illustrato stretto e lungo appena edito da Gallucci intitolato, appunto, a scanso di equivoci, Ecco il lupo, la forma dell’albo è la stessa de Il barbaro di Renato Moriconi sempre edito da Gallucci, albo con cui condivide anche alcuni elementi della composizione narrativa….

Le pagine, alcune potete sfogliarle qui sotto, hanno tutte la stessa identica impostazione: da un lato il testo, sempre simile a se stesso, e dall’altro il lupo alternato ai personaggi delle fiabe che al lupo devono la loro fama….

Ecco il lupo

Ecco cappuccetto rosso

Ecco il lupo cappuccetto rosso non c’è più

Questo le schema che si ripete per molte pagine: incontriamo cappuccetto rosso, appunto, la nonna, i 3 porcellini, il cacciatore, la principessa ecc. ecc. fino ad arrivare a…. il bambino….

Cosa mai accadrà a tutti coloro che incontrano il lupo?

Ma facciamo un passo indietro perché la cosa che mi ha colpito di più di questo albo è innanzitutto la costruzione delle tavole del lupo: mentre le tavole dei protagonisti, fino al bambino, sono tutte uguali, statiche, il lupo ad ogni incontro cambia di dimensioni. La prima tavola nera ci mostra solo gli occhi del lupo, poi abbiamo una sorta di piano americano del lupo e poi, ad ogni nuovo incontro, il lupo, immobile nell’espressione e nella posizione, si allontana, diventa sempre un po’ più piccolo fino a far modificare il testo con l’introduzione di un unico avverbio:

Ecco là il lupo

Ecco il bambino

Ecco là il lupo il bambino non c’è più

Una costruzione magistrale che piano piano, senza facene quasi accorgere, ci sta raccontando una storia che, forse, tuttosommato, non è esattamente quella che ci aspettermmo…. Il lupo non si avvicina al lettore ma se ne allotana. Se pensate che potrebbe mangiarvi come apparentemente ha mangiato tutti coloro che ha incontrato nelle pagine vi sbagliate di grosso.

E qui arriva il secondo elemento interessante dell’albo: il finale a sorpresa che NON vi svelerò ma che vi lascerà di stucco.

Vi dico solo che il lupo si allontana e i personaggi scompaiono perché scappano dal lupo lasciandolo sempre più solo….

Una storia di amicizia con il nemico per eccellenza, dunque, ebbene sì. Un libro che è stato finalista al prestigiosissimo premio Jibuti nel 2017 e che siamo felici Gallucci abbia portato in Italia, sarà una bella occasione per tutti i bambini che potranno incontrare finalmente il lupo così da vicino scardinando stereotipi e pregiudizi.

Devo tuttavia dire che di primo acchito il finale, pur avendomi spiazzata come doveva fare e dunque pur essendomi parso perfetto dal punto di vista della sopresa del lettore, mi ha inizialmente lasciata perplessa per il fatto di giocare con le fiabe che sono sempre qualcosa di molto delicato.

Certo, Rodari e Munari in primis ce lo hanno insegnato, le fiabe vanno rovesciate e reinventate, e assolutamente così deve essere, però le fiabe sono anche qualcosa che parla al profondo e che ogni bambino deve attraversare a tempo debito. Passo incontri interi a cercare (spesso invano) di convincere i genitori che i lupi delle fiabe devono morire per rassicurare i bambini che gli adulti fanno la loro parte, che non serve allontanarli o essere “buoni” e graziare i lupi perchè quelli sono lupi interiori che vanno affrontati davvero con un metaforico fucile (ovvero la fiaba).

Dunque? Da che parte stare?

Sto da tutte e due le parti: le fiabe devono essere ciò che sono, i lupi devono morire e non ci deve essere alcuna forma di fasulla edulcorazione; detto questo gli altri libri sono liberi di giocare col modello per eccellenza delle fiabe come e quanto vogliono e di scardinare stereotipi e principi che, dalle fiabe ma involontariamente da esse, si sono andati nel tempo radicando come erbacce velenose nella nostra cultura legata all’infanzia.

Dunque…. ecco il lupo, qui in tutta la sua bellezza….

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