Noccioline – Tosca dei Boschi: modernità e cavalleria

Ed ecco che inizia il rush di letture degli acquisti del Lucca Comics. Ho iniziato da una golosissima nuova uscita della Bao Publishing: Tosca dei Boschi. Una pubblicazione a cui avevo già accennato nei post pre-Lucca perché risultava interessante e devo dire che ha mantenuto le aspettative, se non addirittura superate.

Stefano Turconi e Teresa Radice, una coppia di autori, sia nel lavoro che nella vita, che non fa altro che sfornare fumetti belli da leggere e da guardare. Il più famoso è sicuramente Porto Proibito, con i suoi particolari disegni fatti solo ed esclusivamente a matita. Anche se, forse a gusto personale mio, ho trovato più affascinante il libro di cui parleremo oggi. Non è tanto la tecnica nel disegno che è impeccabile e versatile tanto da adattarsi ad ogni tipo di trama, mantenendo comunque un timbro molto riconoscibile, quanto la storia, che mi porta a preferire questo secondo titolo. Probabilmente è solo gusto personale.

La storia è ambientata nella Toscana del 1400 e ha come protagonisti tre giovani di contesti sociali diversi che si incontrano per caso. Questa nuova amicizia scatena una serie di eventi che saranno il motore dell’intera storia. La tematica principale è il confronto tra i vari ceti e la guerra con le sue conseguenze. La narrazione oscilla tra il classico tema del racconto delle grandi gesta cavalleresche e il confronto con la realtà di distruzione e miseria che portano.

Una narrazione in cui si fa sentire il passato Disney degli autori, con un alternanza di umorismo e azione, intermezzati da tematiche attuali su cui riflettere. Un bel ritmo, che rende la lettura piacevole che non permette di mettere giù il libro fino alla fine del capitolo. Il libro infatti è un po’ una storia ad episodi che sono legati insieme da una storia cornice, ma che al loro interno contengono ognuno un’avventura a sé che si conclude nel capitolo stesso.

[SPOILER ALERT]

Particolarmente interessante a mio parere è una delle tavole finali in cui si vede l’affresco della famiglia in cui sono stati aggiunti i genitori adottivi, quelli che effettivamente hanno cresciuto i due ragazzi.

Sarà forse per il mio anno di tirocinio nell’ambito adottivo, ma ho trovato molto forte dare lo spazio di un’intera tavola ad uno dei concetti fondamentali dell’adozione: la presenza delle due famiglie: per il figlio nessuna è meno importante dell’altra e nessuna viene dimenticata.

[FINE SPOILER]

Questo libro, come anche era stato per il Porto Proibito, evidenzia una profonda ricerca basata sul rendere più possibile realistica la narrazione e la arricchisce molto nei contenuti. Il cantastorie protagonista non recita versi a caso, ma quelli di Dante o Boccaccio, lo stesso vale per le preghiere dei monaci che incontreranno sulla loro strada. La cura del dettaglio non sta solo nel testo ma anche nelle immagini. Ho amato molto le illustrazioni che separano un capitolo dall’altro, perché sono ispirate dall’arte di quel periodo. Anche la scelta di colori molto vividi è accesi mi ha colpita positivamente: più i colori sono sgargianti, più è difficile riuscire a gestirli e a non accecare il lettore.

Io sono riuscita ad accaparrarmi la variant (che è bellllllllisssima), ma ho visto dal sito che non è già più disponibile, del resto sono autori molto seguiti. Comunque sia è rimasta disponibile la versione normale che è comunque molto bella!

 

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