Celestiale

Finalmente un libro per ragazzi, io ne sentivo la mancanza su queste pagine, il premio Cento mi ha bloccata per lungo tempo con le letture ma adesso mi rifarò insieme a voi!

E oggi vi racconto proprio un librino bellissimo, intenso e soave che è entrato nella terna del premio per la fascia delle secondarie di primo grado. Si intitola Celestiale , l’autrice è Francesca Bonafini, già scrittrice per adulti alla sua prima, devo dire riuscitissima, prova nel campo della letteratura per ragazzi,  ed è edito da Sinnos.

Clelestiale è un piccolo romanzo corale in cui le 3 voci narranti si alternano e si intrecciano tratteggiando squarci di esistenze complementari e diversissime. Nonostante la coralità del romanzo e l’equilibrio tra le voci narranti, quando si chiude il libro, ed anche quando lo si ricorda, si ha la curiosa sensazione che ci sia una voce più forse delle altre, che il libro prenda la sua aurea più che quella degli altri due coprotagonisti. Tra Maddalena, Fabrizio Fiorini e Ivano è senz’altro l’entusiasmo luminoso di Maddalena a lasciare più il segno. Maddalena è una ragazza che, a dispetto dei luoghi che abita, siamo nella periferia di una città del nord Italia, vive la propria esistenza attraverso la musicalità delle parole che incontra. Sente la forza e il potere delle parole e lo sente in maniera del tutto ingenua: non è un’approccio colto, anzi, è un approccio di pancia, di sentimento e di intuizione sonora prima che significante, la sua. C’è chi attraversa questa difficile età dell’adolescenza con dolore e un profondo senso di negatività e chi invece, come Maddalena, pur nel dolore, la sua pena d’amore non è assolutamente da sottovalutare, trova una strada luminosa e lieve.

La celestialità è una qualità che si addice a molte cose e persone, secondo Maddalena: innanzitutto a Fabrizio Fiorini, il suo innamorato timidissimo, ma anche, allo stesso modo, alle patatine e alla musica dei Madredeus, al Portogallo e ai Canti di Leopardi.

Fabrizio Fiorini, invece, la seconda voce narrante, quest’entusiasmo celestiale non sembra sentirlo, lo intuisce in Maddalena, e nella luna di leopardiana memoria, ma non trova nè dentro di sè, nè dentro le parole, la forza per uscire da se stesso, prendere il coraggio a quattro mani e vivere. Fabrizio Fiorini pensa, rimugina e ama ma tutto resta dentro di sè, e nel libro fortunatamente, a chi è fuori non è dato conoscere i suoi pensieri sull’amore, l’essere maschile e femminile… Se Maddalena potesse leggere il libro scoprirebbe che Fabrizio è celestiale esattamente come lo pensa lei ma quello che accade nella realtà è un’altra cosa.

E poi c’è Ivano, il fratello maggiore e apparentemente burbero e maschilista di Maddalena. Da dove sia venuta una creatura del genere in una famiglia dove si sostiene che le mani servono solo a dare carezze e in cui una ragazzina si appassiona alle parole trovate nel vocabolario è una domanda legittima che io mi sono posta incontando Ivano. Ma poi i suoi pensieri si dipanano nella narrazione ed emerge l’animo tormentato ed in bilico di questo ragazzo a cui basta pochissimo per dannarsi insieme ai ragazzi del parchetto di periferia ma basta altrettanto poco per restare al di qua del crinale e rinascere. Non so perché ma per Ivano mi viene in mente la frase della preghiera che piegherei però in senso assolutamente laico: “dì solo una parola ed io sarò salvato”. Questa mi sembra possa essere una sintesi del sentire di Ivano che, nel profondo di se stesso, segretamente quanto consapevolmente, subisce enormemente il fascino della parola. E la parola può essere salvifica, lo intuisce la sorella Maddalena, lo intuisce lui stesso grazie alla poesia che ha incontrato un giorno fortunato a scuola, come far vincere però la forza della parola e, in fondo, dell’umano, sulla forza del gruppo, del brutto? Di chi deve essere questa parola salvifica? E qui arriva un altro elemento bello del libro: la persona che può avere questo potere, per Ivano, è un suo professore. Un suo ex professore di italiano che è stato con lui solo un anno, che lo ha compreso e si è messo a sua disposizione e che ora, anche da lontano, anche solo nel pensiero di Ivano, sembra essere l’unico a sostenere il ragazzo, o quanto meno sembra essere l’unico a cui Ivano permette di dare un sostegno.

Che potere la scuola, che potere l’incontro con i professori che a loro volta si fanno mediatori dell’incontro con le parole!

E che peccato mortale quando questo incontro non avviene!

La chiusa del romanzo è all’insegna della levità e della celestialità, naturalmente, le strade si aprono, le parole prendono senso, le identità iniziano a dipanarsi, la vita scorre nonostante, ma anche grazie, questa bestia difficile con cui fare i conti che è l’adolescenza.

Un libro bello, un’ottima idea per un regalo letterario da mettere sotto l’albero.

Vi segnalo in chiusura che Celestiale é stato libro del giorno a Farenheit, su radio rai 3, e potete ascoltare l’intervista all’autrice qui.

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