La conferenza degli animali
A babbo natale quest’anno ho chiesto un libro speciale, un’edizione del 1950, la prima in Italia, di un libro che ha fatto storia e che mi pare perfetto per aprire l’anno all’insegna dei bambini, della letteratura e di chi lavora strenuamente in promozione e difesa di entrambi.
Sto parlando de La conferenza degli animali di Erick Kästner illustrato da Trier da un’idea della grandissima Jella Lepman ed edito per la prima volta nel 1949 in Germania e in Italia nel 1950 dall’istituto geografico De Agostini.
Come la Lepman stessa racconta nella sua autobiografia, Un ponte di libri da pochissimo riedita da Sinnos, il libro nasce dall’impellenza di raccontare, ai bambini sopravvissuti alla guerra ed ancora sotto choc curarle e non solo, come sia possibile che gli adulti, nonostante il macello della seconda guerra mondiale, ancora non riescano a trovare un accordo per il bene dell’umanità.
Se gli uomini non riescono a ripartire dall’umanità forse ce la faranno gli animali, non in nome degli uomini ma in nome dei loro cuccioli, di quei bambini che non hanno colpe e responsabilità e che dovrebbero essere posti al centro delle decisioni dei grandi, qualunque esse siano.
È ora che qualcuno prenda in mano la situazione, la Lepman l’ha fatto: l’ha fatto promuovendo i libri e la letteratura per i cuccioli d’uomo tra le macerie di una Germania devastata; l’ha fatto facendo stampare libri; creando la prima e più grande biblioteca specializzata per bambini a Monaco; e l’ha fatto anche così: cercando due grandi autori dell’epoca per raccontare la storia che avrebbe voluto leggere ai piccoli utenti della sua biblioteca e a tutti i bambini del mondo.
Ne è venuto fuori un racconto illustrato, qualcuno l’ha definito un romanzo ma mi pare fuori luogo, in cui la pace e il sostegno ai bambini è tematizzato in maniera più che esplicita. Un libro decisamente a tema e, a leggerlo oggi, per molti aspetti datato, tuttavia un libro fondamentale per fare la storia del ponte di libri che lega infanzia e letteratura, umanità e libri, elementi e concetti fondamentali che non sembrano essere ancora del tutto assimilati. Se il sessismo stereotipato presente nella caratterizzazione dei personaggi e delle situazioni può urtare, ma solo ad una lettura superficiale, quello che resta di questo libro è, in controluce, una lente privilegiata per raccontare la Storia del Novecento e non solo la guerra, ma anche, per esempio, le evoluzioni, là dove e se ci sono state, nella considerazione del genere femminile.
L’idea di ricostruire una Nazione ed un popolo a partire dai bambini con e grazie alle narrazioni è l’idea geniale e rivoluzionaria di Jella Lepman e la Conferenza degli animali si inserisce esattamente in questo contesto. Si fa strumento di una piccola grande rivoluzione silenziosa e imperterrita portata avanti dalla Lepman ed ancora non conclusa, anzi.
Se i libri sono educatori silenziosi allora le narrazioni hanno un eccezionale poter educativo nel senso più alto e bello del termine.
Da diversi anni La conferenza degli animali è edita dal Battello a Vapore in quelle edizioni tipiche di questa casa editrice: in formato tascabile con le figure in bianco e nero. Se bisogna assolutamente riconoscere il merito a questa casa editrice di tenere così in vita nel catalogo questo libro che per tanti motivi non deve essere perso e anche quello di avervi associato un’introduzione di Roberto Denti, bisogna pur riconoscere che l’edizione tascabile e in bianco e nero non giova alla narrazione e al piacere della lettura e alla bellezza del libro.
L’attenzione rivolta all’infanzia, alla necessità di individuare un linguaggio adatto ai bambini, è alla base della nascita di questa storia che, anche solo per questo, continua a parlarci e a segnare la via per un lavoro di qualità, letterario e dalla parte dei bambini in qualunque situazione, soprattutto nelle più difficili.
Questo l’augurio che faccio a teste fiorite quest’anno: non perdere mai di vista questa linea di lavoro: tenere alta la bandiera del ponte di libri che connette bambini e letteratura ma anche umanità e narrazioni perché, contro ogni guerra, la bellezza ci salverà!