Lotta combinaguai sa fare tutto

Oggi è lunedì, mi pare, sì, è proprio lunedì, innizio di una nuova settimana di letture, studio, scrittura e tanto altro, ovviamente oltre la vita “normale”.

Il lunedì ci vuole un libro di quelli che quando ci pensi ti fanno venire il sorriso sulle labbra. Di quelli che quando li leggi ti fanno a volte proprio ridere di gusto. Di quelli che quando ne hai letto uno vorresti leggerne un altro.

Il libro di oggi è così ed è Lotta combinaguai sa fare tutto di Astrid Lindgren con le illustrazioni di Beatrice Alemagna, da pochissimo edito in questa versione da Mondadori.

Ho un debole per la Lindgren e per la scrittura per bambini e ragazzi nordica, per quei paesaggi comprendenti bambini liberi, liberi di essere esattamente come sono: capricciosi, millantatori, esilaranti, preoccupati e tristi quando necessario.

Lotta è una bambina di cinque anni che è tutto questo, è lei, vive in via dei Combinaguai con la mamma, il papà, e i fratelli Jonas e Mia-Maria, non va ancora a scuola e il suo unico pensiero è quello di esistere dando libero sfogo alla propria sfaccettata, e monolitica, identità. Lo so, sfaccettata e monolitica potrebbero sembrare due aggettivi contrastanti, ossimorici, ma a me sembra che Lotta ci stia dentro benissimo: non possiamo certo dire che si tratti di un personaggio piatto o non complesso, psicologicamente, eppure non possiamo nemmeno non accorgerci che nella sua complessità Lotta è sempre se stessa, irremovibile dal dare libero sfogo, qualunque esso sia, alla propria identità!

Il libro comprende 3 racconti e fa esattamente il paio con il primo libro di Lotta edito da Mondadori un paio di anni fa, con le illustrazioni della stessa Alemagna che contribuiscono non poco alla bellezza delle storie e anche all’interpretazione delle stesse. Già perché pur non essendo, questi libri degli albi illustrati, ma dei libri con le figure, quindi con qualche illustrazione sparsa che accompagna il testo, nello stile, forse ancor più che nel contenuto delle illustrazioni di Beatrice Alemagna c’è una presa di posizione interpretativa. C’è una simpatia, in senso etimologico, con la protagonista che sia le scelte delle immagini da rappresentare che i colori e la composizione delle immagini lasciano ben trasparire. La Lindgren e la Alemagna sono dalla stessa parte, ovvero dalla parte di Lotta e dei bambini lettori mettendo in scena una fisicità ed una narrazione di infanzia eccezionale.

Lotta, come dice il titolo, sa fare tutto e, come tutti i bambini che ci credono profondamente, è anche in grado di assorbire in questa sua visione egocentrica al massimo anche i fallimenti e le interpretazioni soggettive del “saper fare tutto”. A volte, dopo tutto, basta pensare di saper fare una cosa per farla davvero, volere è potere…o no? Provate a spiegarlo ad una bambino di quell’età! Diciamo che il metodo empirico potrebbe essere una buona opzione, salvo incidenti troppo gravi, come non accadono di fatto mai a Lotta che della vita e delle sue difficoltà fa esperienza diretta, ricavando conoscenza, lividi, ma mai nulla di davvero troppo serio.

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