In punta di piedi
Vi ricordate quando si andava a dormire dai nonni o da qualche amico, o magari poteva capitare anche a casa, e bisognava andare in bagno oppure a prendersi un bicchier d’acqua e tutto doveva esser fatto senza rumore, senza svegliare nessuno, senza farsi sorprendere, insomma, in punta di piedi?
In punta di piedi è l’albo di Christine Schneider e Hervé Pinel, tradotto da Rosa Chefiuta & Co, edito da Orecchio Acerbo, che ci riporta proprio in quel momento, in quell’esperienza al buio. La storia di Clara e Bernardo è una storia fatta di ombre, di buio, di animali selvaggi che escono dalle posti più quotidiani, di segreto, di silenzio ma non di sorpresa.
Clara e Bernardo attraversano in punta di piedi la casa dei nonni, la coda in primo piano in copertina, ci avvisa già che qualcosa di strano, in questa passeggiata domestica notturna, c’è, da ogni angolo buio esce un animale selvatico, pronto a seguire o ad aiutare i bambini; ad ogni apparizione un rumore insospettisce i nonni ancora svegli.
Nel buio, nelle ombre e nelle lame di luce delle stanze ancora accese Clara e Bernardo si avventurano senza paura e con estrema fiducia, loro non sentono i nonni, i nonni sembrano misinterpretare i rumori…un gioco di fraintendimenti fatto a sera tardi quando le facoltà razzionali un po’ si annebbiano o almeno lasciano il posto ad una più possibile reinvenzione del reale.
In punta di piedi è un albo che potrebbe anche essere un grande classico della messa a letto, un libro della buonanotte che da decenni accompagna i bambini perché, secondo me, questa forza di permanenza nell’immaginario ce l’ha, ha la forza del “classico” per bambini, e invece è appena stato edito, staremo a vedere che strada e che vita farà, una cosa è certa, ci saranno sempre bambini il cui sentire risuonerà all’unisono con la storia di Clara e Bernardo, ci saranno sempre bambini che questa storia la vivranno, così o molto simile, dal vivo ed è bello quando un libro ti racconta così bene di te stesso!