Make the Earth your companion
Questo post è scritto da Mariachiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedi.
Età: da 4 anni
Pagine: 32
Formato: 23,5 x 32 cm
Anno: 2017
Editore: Creative Edition
Autore: J. Patrick Lewis
Illustratori: Anna e Elena Balbusso
Oggi vi proporrò di partire da un velocissimo brain storming (e so che qualcuno storcerà il naso):
Quali pensieri, parole o immagini rievoca in voi la parola compagno/compagna?
Inevitabilmente riaffioreranno nella vostra mente i ricordi del compagno di banco delle elementari (…eh già, è questo il nome della scuola primaria, non molto tempo fa), delle medie, superiori… Si ripensa al compagno con cui si era in fila… Al “compagno di merende”… Al compagno di giochi e al compagno di squadra. Al compagno ideale sempre desiderato ma, inevitabilmente, si ricorda anche il compagno detestato, l’eterno rivale. Infine, si ripensa a noi e al nostro essere scelti come compagno per qualcun’altro.
Compagno è colui che ci fa compagnia, la persona, l’amico con cui si percorre un tratto di strada, più o meno lungo, insieme. Compagno è una parola composta di derivazione latina, formata da cum ‘insieme, con’ e panis ‘pane’ – ‘colui che mangia il pane con un altro’.
L’albo illustrato di cui vi narrerò oggi la lettura parla di una compagna speciale: la Terra.
Il libro offre spunti di riflessione sul nostro rapporto con essa e sul senso di essere compagni, le cure e le attenzioni che solitamente un compagno da all’altro. Questo libro è una sorta di monito circolare: da un punto parte e ad esso ritorna.
“Make the Earth your companion”
Si tratta di una lettura attuale, scaturita dall’esigenza dei bambini di conoscere e comprendere cosa sta accadendo al nostro pianeta. Dopo aver chiacchierato assieme lo scorso 15 marzo in occasione del Friday for Future, dello sciopero proclamato da SISA (Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente), promosso da Greta Thunberg, la ragazza attivista svedese di soli 16 anni che si sta battendo per lo sviluppo sostenibile e l’emergenza clima, abbiamo letto assieme questo albo.
Per la lettura in classe…
…questa volta, ci siamo seduti per terra, in cerchio, in fondo all’aula… lo spazio non è molto, ma abbiamo fatto un tentativo, sperimentando un setting diverso. Qualcuno si è seduto a gambe incrociate, qualcuno si è disteso a pancia in giù, qualcun altro, infine, si è accoccolato vicino all’amico…
Credo fermamente all’importanza del setting di apprendimento. A volte però mi rendo conto che l’ambiente e gli strumenti/materiali a disposizione non lo permettono. Il rischio è che diventi più impegnativo gestire/organizzare gli spostamenti che non l’apprendimento stesso.
Ho iniziato a leggere
“Make the EARTH your companion”
“…ma maestra, è in inglese… io mica lo capisco… ce lo traduci tu parola per parola?”
“Walk lightly on it, as other creatures do”
“Let the SKY paint her beauty she is always watching over you”
“Learn from the SEA how to face harsh forces”
“È il mare in tempesta? Io non conosco tanto l’inglese, ma dalle immagini si capisce…”
“Let the RIVER remind you that everything will pass”
“Let the LAKE instruct you in stillness”
“Lake vuol dire luna?”
“Ma no… è il lago non vedi il disegno?”
“Sì, ma c’è anche la luna…”
“Let the SPRING reveal the Earth at its rebirth”
“Let the MOUNTAIN teach you grandeur”
“Mountain è la montagna sono sicuro”
Continua così, pagina dopo pagina mostrando le varie facce della TERRA, il BOSCO, la FORESTA PLUVIALE, la PALUDE, la PRATERIA, le CALOTTE DI GHIACCIO, il DESERTO… sino ad arrivare alla CITTÀ…
“Feel the TOWN weave a small basket of togetherness”
Commenti dei bambini “a caldo”
“Ce lo leggi di nuovo? È bellissimo”
“Sembrava una specie di poesia… anche se è in inglese”
“I disegni mi sono piaciuti tanto”
“Dobbiamo trattare bene la Terra, sennò muore, vero?”
“Lo sai maestra che io a volte vado in giro con la barca a raccogliere le bottiglie di plastica che vengono buttate in acqua?”
Incredibile la voglia dei bambini di parlare, confrontarsi, di ripensare a se stessi rispetto all’argomento in questione, di mettersi in discussione…
Vedo anche i miei figli, entrambi scout, e le piccole buone prassi che mi hanno insegnato a mettere in atto… ad esempio mentre ci si lava i denti, tra una spazzolata e l’altra chiudere l’acqua, lo stesso vale per la doccia finché ci si insapona… o la borraccia per l’acqua anziché la bottiglietta di plastica nuova ogni giorno… E queste piccole buone prassi diventano piacevolmente “contagiose” se ci si crede e lo si fa insieme e sono proprio queste piccole attenzioni che possono fare la differenza, a casa, a scuola, fuori con gli amici.
“Maestra, ma cosa significa che le risorse del pianeta non bastano per tutti?” mi chiede un bambino.
“Facciamo un esempio… supponiamo che come accade ogni giorno andiamo a giocare in giardino, correte un sacco, comincia a fare caldo e quando è ora di tornare in classe siete più assetati che mai, solo che… non tutti possono andare a bere. C’è una sola caraffa di acqua e due bicchieri e quest’acqua è a disposizione solo di due bambini che, guarda caso, dicono di essere molto assetati e così bevono solo loro, anzi, sbadatamente rovesciano pure un bel po’ di acqua per terra, così la sprecano”
“Ah… davvero succede questo? …ora ho capito, ma è una cosa molto brutta… mi fa paura”
Sensibilità disarmante, eppure questo mio alunno ha perfettamente ragione: fa paura! Una cosa è certa, la paura non serve a niente se non a portare a una chiara consapevolezza del problema, prerequisito indispensabile per passare all’azione concreta e quindi al cambiamento.
Spunti di riflessione “a freddo”…
- Un libro può cambiare il mondo? Certo che no, ma un libro ha il potere profondo di smuovere coscienze, di innescare il pensiero e la riflessione, prerequisiti minimi e necessari che sottostanno a qualsiasi processo di cambiamento.
- Le conseguenze delle proprie azioni. Troppo spesso, nella società attuale, si agisce nell’immediato per soddisfare un bisogno. Ciò vedo vale anche per i bambini che inconsapevolmente agiscono senza pensare al dopo. Banalmente lanciano un oggetto e colpiscono un compagno. Certo non volevano colpire il compagno ma di fatto è accaduto perché prima di lanciare l’oggetto non si sono interrogati su cosa avrebbe potuto comportare quell’azione. Sembra sciocco eppure questo è quanto accade nella realtà e con conseguenze ben peggiori di un semplice oggetto che colpisce il compagno. Ci si limita al piacere di lanciare un oggetto, il bisogno irrefrenabile di fare un’azione irrazionale e istintiva. Ecco il punto: noi siamo esseri umani dotati di istinto, ma anche di ragione. Siamo esseri pensanti. Gli animali sono istintivi. Quindi l’obiettivo è pensare. Dal pensiero riflessivo, ossia la capacità di porsi delle domande scaturisce il bisogno di conoscenza, una volta innescata la sete di conoscenza automaticamente si considereranno i processi di causa-effetto: le conseguenze! Cosa provocano le nostre azioni? È possibile l’utilizzo di risorse finite come se fossero infinite?
“Make the EARTH your companion… NOW!”
Molto bello! Per caso è già stato tradotto anche in italiano?
Ciao Michela!
Non che io sappia… ma ai bambini è piaciuto anche la lettura in inglese. Dai, è piuttosto semplice da tradurre… se ce l’ho fatta io … ;D