Primavera

Sono ancora in tempo, oggi, alle 22.58 potremo dire ufficialmente finito l’inverno e salutare la primavera con questo equinozio che si sta spostando minuto dopo minuto, anno dopo anno, dal 21 al 20 marzo.

Di narrazioni con la primavera ce ne sono davvero di bellissime, ci ho pensato tutto il giorno, ma poi ho scelto un libro che, in fondo, e anche in superficie, è una tautologia ovvero significa e ribadisce se stesso.

Mi riferisco a Primavera di Rotraut Susanne Berner finalmente edito in Italia da Topipittori insieme agli altri 3 libri delle restanti stagioni.

Quando lavorai per un periodo in libreria, avevo una cliente fissa, tedesca, appassionatissima di libri illustrati che regalava alla sua nipotina,  che un giorno mi portò in libreria questi libri della Berner, editi in lingua originale nel 2004, e mi chiedeva con insistenza perché questo tipo di libri e quelli in particolare non fossero editi in Italia. Non avevo motivazioni da addurre se non che tanti libri non arrivano in Italia ma oggi, finalmente, potrebbe essere molto contenta.

La Berner è autrice di questi splendidi Wimmel-books, ovvero libri con le figure e senza le parole e straripanti di narrazioni ed avvenimenti paralleli. Le tavole della Berner sono una condensazione del tempo nello spazio in cui, come avviene nella realtà, si sovrappongono senza incontrarsi mai, o talvolta anche incontrandosi, le vite di molteplici, quasi infiniti, sicuramente non numerabili, esseri viventi, animali o umani che siano.

E così in primavera esplode la vita. Tutto e tutti sembrano riversarsi fuori all’aperto ma anche là dove si sta in spazi interni è la vita che si sprigiona e le tavole ci permettono di sbirciare anche lì dentro.

Quelli della Berner sono libri da scoprire dettaglio per dettaglio in cui perdersi senza tema di perdere il filo della narrazione: le narrazioni sono almeno tante quante i fili, gli oggetti, gli esseri che animano lo spazio della pagina. Nessuna parola, solo lo spazio in cui impiegare del tempo a nominare ed immaginare.

Spesso ho scritto, e lo si legge in molti studi, che per i bambini piccoli gli albi illustrati tendono ad avere pochi dettagli, sfondi neutri, per non creare confusione nella visione che segue la narrazione visto che i piccini non hanno visioni d’insieme complesse davanti ad un’immagine ma si soffermano su ogni dettaglio.

Qui accade esattamente il contrario: l’occhio anche del piccino più piccino si può liberamente perdere tra i dettagli seguendo ipotesi narrative del tutto personali senza essere legato a storie primarie. Il libro infatti è indicato dalla casa editrice dall’anno in su.

Forse, anzi sicuramente, farebbe bene anche ai grandi perdersi nei dettagli, perdersi nello spazio delle immagine e dunque nel tempo che la loro lettura richiede sia che ci si soffermi pagina per pagina di seguito che lo si riprenda quando e come ne si abbia voglia per ritrovare in ogni momento dell’anno la stagione, o la storia, preferita.

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