Cicala di Shaun Tan

Shau Tan è uno di quegli autori che sanno lasciarti senza parole, che sa creare climax narrativi spiazzanti e meravigliosi.

Cicala, edito da Tunuè, direi che è il suo massimo da questo punto di vista.

Un albo al limite dell’icasticità la cui chiusa stravolge il senso che si era pensato di aver percepito sin lì, ci sorprende e ci lascia a bocca a perta con un sorriso e se non proprio un riso che emerge dal basso.

La Cicala vive nello stesso minuscolo bugigattolo dove lavora come una macchina ogni giorno.

Sempre le stesse azioni, sempre le stesse cose, le stesse persone che prendono in giro e maltrattano la cicala, lo stesso grigiore interrotto solo dal verde della cicala.

E poi, un giorno, dopo 25 anni di lavoro monotono e disumanizzante (se così si può dire per una cicala) senza convenevoli o altro la cicala viene fatta fuori: licenziata e buttata fuori da quel luogo in cui per decenni ha consumato la sua vita, mangiando, dormendo, lavorando e, suppongo, andando in bagno.

Nulla resta di questo tempo passato. Cicala va sul terrazzo e si mette al bordo, pensiamo tutti il peggio, ovviamente, la cicala si suiciderà per aver perso quel nulla che aveva?

E invece no, ecco una luce che appare dalla spaccatura del corpo della Cicala, una creatura volante ne viene fuori e…

L’ultima pagina bianca con il solo testo ci lascia lì, come delle statue:

Cicale tutte a foreste tornano

A volte pensano a Umani.

A smettere di ridere non riescono.

Ecco ciò che siamo, nella nostra frenesia quotidiana, alienante e disumanante: la barzelletta delle cicale che dopo una vita di lavoro si sono riuscite a liberare e tornare alla foresta. E chi non è cicala e non andrà mai a svolazzare e ridere a crepapelle nella foresta?

Forse è il caso che quel qualcuno che siamo noi, non cicale, facciano un po’ i conti prima con la propria umanità e con il contatto con la vita e con glialtri.

Quando ho preso in mani Cicala per la prima volta mi ha fatto venire in mente L’appartamento di Billy Wilder, il grandissimo Jack Lemmon con al fianco Shirley Maclane nella spasmodica e scomposta ricerca di un senso alla propria vita.

E se imparassimo dalle cicale…magari prima che si trasformino?

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