La cacciatrice di fossili. Mary Anning si racconta
Ma voi lo sapete chi era Mary Anning?
Io non ne avevo idea e questa di aver fatto la sua conoscenza è solo una delle cose che devo alla collana “Donne nella scienza” di Editoriale Scienza con questo libro La cacciatrice di fossili. Mary Anning si racconta scritto da Annalisa Strada e illustrato Daniela Tieni.
Dunque, prima vi dico al volo chi era Mary Anning e poi vi dico quanto è bello questo libro.
Mary Anning era una donna, anzi la sua fama e la nostra storia iniziano quando era addirittura una bambina, femmina, piccola, poverissima, ai primi dell’800 in Inghilterra a cui si deve la scoperta di alcuni tra i più importanti ritrovamenti fossili. La piccola Mary andava alla scogliera col papà a cercare fossili da vendere ai turisti e curiosi che si recavano nel suo paesino del sud dell’inghilterra famoso per la quantità di questi reperti.
Mary sembra avere un fiuto per sentire le creature incastrate nella roccia da milioni di anni. Contro ogni cognizione religiosa, ogni buon senso, ogni pregiudizio sulle donne e non solo dell’epoca la piccola e poi giovane Mary Anning passa le giornate con in mano il suo martelletto, in compagnia del suo cane, e poi nel suo laboratorio a ricostruire animali di cui nessuno poteva immaginare l’esistenza molto ma molto tempo prima di quanto la Genesi e la Creazione non prevedano.
Com’è prassi della collana “Donne nella scienza” – di cui ho recensito diversi titoli che potete trovare qui e qui e qui – la storia di Mary Anning è narrata in prima persona dall’autrice Annalisa Strada che è riuscita a creare una narrazione davvero efficace. Cadrete in questa storia come mele mature, tra la curiosità e forza della vita di questa giovanissima donna di primo Ottocento che molti studiosi si rifiutavano persino di nominare perché donna, giovane e povera, e la bravura stilistica della Strada la sensazione è quella di avere tra le mani un bel piccolo romanzo. Un bel romanzo di divulgazione, una possibilità in più data alla scienza da un lato, ed alla narrazione dall’altro perché si incontrino più lettori possibili. Le illustrazioni di Daniela Tieni mi sono anche molto piaciute, accompagnano con una delicata forza i capitoli facendo conti da un lato con la traduzione iconografica che ha ritratto Mary Anning e il suo periodo storico, dall’altro con la modernità della visione straordinaria della protagonista ripresa dalla scrittura della Strada.