La danza delle rane e la scrittura al servizio della divulgazione

In queste settimane per preparare il corso di domani sui libri per bambini di divulgazione corso di domani sui libri per bambini di divulgazione mi sto davvero facendo un giro interessante tra le varie tipologie di libro e di narrazione ed una di quelle che mi sembra più interessante è quella in cui la scrittura narrativa incontra la scienza.

La danza delle rane, di Guido Quarzo e Anna Vivarelli appena edito da Editoriale Scienza nella collana racconti di scienza, mi capita a fagiolo per parlare di questa possibilità di libro sulla quale ci soffermeremo anche durante il corso.

Innanzitutto vi dico che La danza delle rane è un romanzo scritto a due mani, Guido Quarzo e Anna Vivarelli sono abituati a scrivere insieme, narrato in prima persona, da un ragazzino tredicenne, figlio di un mugnaio, che nel ‘600 si trova a fare da aiutante al grande abate scienziato Spallanzani che all’epoca della storia si sta occupando di provare, attraverso lo studio delle rane e della loro riproduzione, che la vita non nasce dalla materia inerte ma solo dall’accoppiamento degli individui di una stessa specie.

Quindi un romanzo che si colloca nel passato e in cui si innesta un piccolo mistero in realtà di semplicissima risoluzione ma che introduce anche alla questione del controllo ecclesiastico, dell’ignoranza popolare che avversa la scienza ecc.

Siamo nell’ambito della paraletteratura evidentemente e va bene così: siamo in quel contesto interessante in cui la scrittura, di buona qualità, la competenza letteraria, si mette al servizio di quella che qualcuno definisce non-fiction…. E’ sempre un’espressione che mi incuriosisce, quella di non-fiction…. è vero che non siamo nell’invenzione ma non siamo nemmeno completamente nel campo della “scienza” se così si può dire. Diciamo che siamo lì dove la fiction corre in soccorso della non-fiction, la letteratura (se con questo termine intendiamo la buona scrittura narrativa e non il canone massimo) sorregge e trasporta la divulgazione verso schiere di lettori.

Qual è il punto? Il punto è una possibilità in più, anzi due: chi ama le scienze può con queste forme incontrare la narrazione e magari poi traghettarsi su altre tipologie di libri; chi ama la narrazione può incrociare le vie della scienza insieme a quelle del racconto storico ed avventuroso.

Editoriale scienza non è nuova a questo tipo di tentativo editoriale e mi pare sia una strada che paghi e che valga la pena perseguire anche nel tentativo continuo di scavalcare a scuola i compartimenti delle materie, delle discipline, delle competenze… Chi l’ha detto che tra le prove dei generi letterari non ci possa essere anche quello di divulgazione scientifica? E che tra le scienze non ci possa essere una narrazione?

Che ne pensate?

Ne parliamo domani al Museo di storia Naturale alle 16.00 I libri della natura, la natura dei libri.

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