Rime rimedio di Bruno Tognolini
Le poesie possono essere medicamenti, o perlomeno lenimenti, lo son sempre state. Ma sempre solo in forme incerte, sibilline. Più “buona medicina” sciamanica che Big Pharma. Più “Stupeficium” che posologia. Più tisane di erbe che antibiotici. Io comunque ho intitolato queste mie ultime “Rime Rimedio”, dopo “Rima Rimani”, “Rime di Rabbia” e “Rime Raminghe”, per lampanti motivi di tiritera, di oracolare glossolalia: perché son solo sante canzonette, scongiuri e rosari, litanie e imprecazioni, le stesse che da millenni ci aiutano a vivere.
Rime rimedio, rime medicamento, rime medicamentose… questo sono le poesie, filastrocche, rime – appunto – raccolte nel nuovo libro di Bruno Tognolini edito da Salani.
La poesia di Bruno Tognolini ha qualcosa, anzi molto, a che fare, con l’idea delle formule salvifiche, magiche, con la parola che salva, con la parola che con il suo suono medica. E’ così per moltissime delle sue rime, lo è ancor di più, o forse solo in maniera più programmatica, qui, nella nuova raccolta che dal rimedio medicamentoso prende il nome: rime che rimediano, ri-mediano il contatto con la realtà, l’urto dello stare al mondo.
La raccolta nasce da alcune richieste fatte al poeta per situazioni particolari, potremmo dire che sono poesie d’occasione, cosa molto nota alla tradizione poetica, nulla di nuovo, dunque, ma molto originale nella forma sì. Qui non siamo alla corte dei d’Este di Ferrara che commissionano una narrazione per la propria genealogia e per i posteri, qui siamo alla corte dei bambini per mettere in contatto adulti e bambini, tentare una mediazione rimediante e far sentire ai piccoli cosa vogliono dir loro i grandi e allo stesso tempo far sentire ai piccoli che il poeta porta messaggi dal mondo dei grandi ma riesce a rimanere sempre dalla loro parte.
Il poeta qui è un messaggero che non porta pena, anzi, porta rimedio, sollievo, mette in contatto sentimenti e sensazioni che invece che educare i piccoli e rassicurare i grandi, parteggiano per i piccoli e mettono al loro posto i grandi.
Penso ad una rima come Rima dei bambini che non mangiano, o la rima per chi non ce la fa, per i fallimenti, gli sbagli, una più perfetta dell’altra.
Non mancano le rime per le maestre, le bibliotecarie (speciali, Tognolini che ama spiegare per filo e per segno quello che fa specifica che non scrive poesie su richiesta, ma che a volte fa proprie alcune istanza che provengono dall’esterno, andate a bazzicare sul sito di Tognolini!), per il riciclo… La cosa davvero incredibile è la piega, il ritmo, il senso e il suono che ogni volta prende la rima: dall’occasione alla sostanza, dall’occasione all’identità senza mai, mai, perdere l’obiettivo: l’orecchio del lettore piccolo.
Rima delle rime
Nella cascata di tutti i regali
Trova il poeta quattro vocali
Le lega insieme con due consonanti
Una nel mezzo e una davanti
Formano la paroletta Poesia
Sola soletta che aspetta che sia
Poeta chiama parole sorelle
Tutte già pronte, tutte già belle
Hanno volato nel vento, hanno corso
Ora si fermano e formano un verso
Poeta chiama altri tredici versi
Suonano simili e sono diversi
Rima rimane, vento va via
Poeta guarda e c’è una poesia
Poesia parola, vola da sola
Via dalla penna, via dalla gola
Va dai bambini e nel gioco diventa
Un battimani, una ninna, una conta
Va dal pittore e diventa figura
Dallo scultore e diventa scultura
Dal musicista diventa canzone
Va dall’attore e diventa emozione
Dallo scrittore ritorna parola
Dal copywriter diventa uno slogan
Va nella chiesa e diventa preghiera
Va nello stadio e si fonde nei cori
Non si ricorda più quello che era
Cambia da dentro, cambia da fuori
Di bocca in bocca vola e si sbriciola
Di mano in mano gira e si sgretola
Esplode in mille perline vocali
La fiaba è vecchia, la rima è nuova
Nella cascata di tutti i regali
Passa il poeta e trova…
Nella cascata di tutti i regali
Trova il poeta quattro vocali
Le lega insieme con due consonanti
Una nel mezzo e una davanti…