Ti curo io disse piccolo orso
Ti curo io
Ma che frase magnifica, ma che cosa bellissima da dire a qualcuno: mi prendo cura di te. Ti sei sbucciato un ginocchio? Ti fa male la testa? Ti è scivolata una striscia più in basso? Hai il cuore in frantumi?
Stai tranquillo, ti curo io.
Questo il senso bellissimo, profondo e, si fa per dire, semplice di questo piccolo bellissimo libro che torna in libreria grazie alla riedizione di Logos (prima edizione italiane di AER): Ti curo io, disse piccolo Orso di Janosch.
Avete mai incontrato un libro di Janosch? Beh, allora dovete assolutamente correre ai ripari, in biblioteca troverete sicuramente alcune vecchie edizioni Piemme o AER e finalmente anche qualche nuova grazie a Kalandraka e Logos, cercatele e godetevele perché le avventure di questi due animali sono deliziose. Piccolo Orso e Piccola tigre vivino insieme, in realtà non è chiarissimo se stanno sempre sotto lo stesso tetto o se avrebbero due case diverse ma stanno sempre insieme…, fatto sta che il loro legame è talmente forte che i due animali si accudiscono l’un l’altro. Dopo la quasi commovente storia di Posta per la Tigre! che avevamo a casa e che racconta di quando Tigre chiede a Orso di scrivergli delle lettere perché quando lui non c’è Tigre si sente troppo triste… ( e così i due amici inventarono anche il telefono e la posta aerea…), Ti curo io disse piccolo orso è una delle dichiarazioni di amicizia e di amore più belle che si possano incontrare da bambini.
Tigre si è fatta male e Piccolo Orso la trova, la raccoglie, la carica in braccio e se la porta a casa dove tenta di curarla. Piccola Tigre ad ogni minimo tentativo di cura – dalla zuppa (che non è proprio il suo piatto preferito ma va benissimo così), agli amici che vanno a trovarla, alla fasciatura ecc. – si sente sempre un pochino meglio ma subito ecco che il problema torna. Già perché la Piccola Tigre sta male sul serio ed ha bisogno di un vero ospedale degli animali dove viene accompagnata da una vera processione di amici.
Lì si scopre con una radiografia che una striscia è fuori posto e che basterà un piccolo intervento chirurgico per rimettere in sesto l’amico di Piccolo Orso.
Tutto bene quel che finisce bene, dunque, certo. Non era sufficiente la cura di Orso? No, probabilmente in questo caso non lo era, ma non fa niente, la cura di Orso era indispensabile per giungere alla giusta conclusione e soprattutto per rimettere in sesto il morale di Piccola Tigre che sembra sempre essere l’elemento più fragile della coppia anche se poi è proprio lei a dare una buona ragione di vita a Piccolo Orso.
Una storia dolcissima in cui tornano tutti i tratti tipici di Janosch: la logica ferrea, la ripetizione della situazione con piccole continue evoluzioni che portano alla soluzione, la tigranatra che compare insieme a Tigre nelle tavole con lei protagonista e che segue le sorti della sua omologa non di legno, la dolcezza della relazione che si svela nella reciproca necessità. Se è vero, come è vero, che i libri sono educatori silenziosi, quale migliore insegnamento, in quest’epoca di matti egocentrici, della bellezza del prendersi cura del prossimo?