Una rivoluzione di carta

Se chiedessi a degli adulti e a dei ragazzi di fare dei nomi di donne importanti del ‘900 credo proprio che il nome di Jella Lepman non salterebbe fuori….

Peccato.

Dobbiamo a questa donna una nuova idea di letteratura per l’infanzia, un nuovo e rivoluzionario punto di vista sui bambini e ragazzi, sui libri a loro destinati e, soprattutto, sulla relazione tra giovani lettori, libri e realtà.

Per raccontare questa storia ai “grandi” abbiamo qualche buono strumento: Ibby innanzitutto ma ora anche la bellissima autobiografia Un ponte di libri di cui parlavamo ieri .

Ma ai ragazzi, questa storia straordinaria chi la racconta? e come?

Ci ha pensato Gigliola Alvisi con il nuovissimo romanzo Una rivoluzione di carta appena pubblicato da Piemme.

In un romanzo in prima persona Fridolin, ragazzino sopravvissuto chissà come alla guerra e ai suoi bombardamenti in una Monaco devastata, ci racconta la sua quotidianità fatta di espedienti per sopravvivere e la rinascita favorita, se non dovuta del tutto, ad una donna dell’esercito americano che però sa perfettamente il tedesco e che della cura ai bambini e della cura attraverso i libri ha fatto la sua missione di vita…anzi di ricostrusione di un Paese dopo la guerra più devastante di sempre.

Fridolin e i suoi amici e come lui tantissimi altri bambini vengono accolti nei locali dove Jella Lepman crea il primo nuocleo di quella che poi sarà la più grande biblioteca di libri per l’infanzia del mondo; in questo stesso luogo Fridolin ritrova il padre reduce di guerra, nazista fino nel midollo che lo allontanerà da questa donna che oltre ad essere americana e fissata con i libri è anche ebrea…

Il romanzo ruota attorno alla figura della Lepman in maniera leggera e quasi trasversale, interessante il lavoro fatto dall’autrice sulle lettere immaginate tra il protagonista e Jella; il libro è innanzitutto un libro che si lascia leggere con piacere, che ci porta nelle vicende del giovane Fridolin e ci fa andare insietro tre quarti di secolo.

Gigliola Alvisi ha una scrittura salda che qui ancora una volta si confronta con una narrazione finalizzata a far incontrare ai lettori una donna fuori dal comune. La scrittura di Gigliola Alvisi è sempre una scrittura impegnata, che cerca attraverso gli strumenti della letteratura e della narrativa, di portare avanti un messaggio, un contenuto, spesso l’immagine di una vita da  non dimenticare. Il nome di questa autrice credo sia stato profondamente legato sin qui a quello di Ilaria Alpi a cui ha dedicato un bel romanzo e tanto, tantissimo lavoro nelle scuole. Ora speriamo si legherà un po’ anche a quello della straordinaria Jella Lepman attraverso questo romanzo che ci auguriamo faccia il giro di molte scuole e molte classi…. Noi cominceremo il 16, il giorno del seminario alla Querini “Nel verso Giusto”, con il fare incontrare all’autrice 4 classi di scuole secondarie che nella mattinata scopriranno questa donna straordinaria dalla mediazione non meno straordinaria dell’autrice del romanzo.

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