La famiglia Sgrunf. Ritratti di famiglia
Dopo il giustificatissimo successone della riedizione di Un giorno nella vita di Donatella Sgrunf Lupoguido propone, credo in questo caso come prima edizione italiana in assoluto, quello che forse potrebbe essere considerato il sequel, o meglio la parte “mancante” della famiglia Sgrunf…. Urrà, papà Sgrunf è di nuovo qua.
I due titoli, entrambi dell’illustratriceTatjana Hauptmann praticamente sconosciuta in Italia, ci riportano nel tempo e nello spazio, ci fanno sbirciare dentro pratiche di quotidianità che ci paiono lontane, desuete…o forse semplicemente molti diverse dalle nostre vite.
Se, come giustamente nota Carla Ghisalberti nella sua bellissima recensione a Un giorno nella vita di Dorotea Sgrunf (che potete leggere qui ), nel primo libro potevamo entrare, eravamo proprio invitati ad entrare nella casa di Dorotea e del suo bambino e potevamo fare i conti da un lato con una quotidianità dal produmo di the e pasticcini alquanto classica e al tempo stesso con una liberissima vita da madre single senza inibizioni davanti al lettore che le entra letteralmente in casa; qui, nel secondo libro dedicato alla famiglia Sgrunf compare il grande assente: il papà.
Se in casa di Dorotea vi siete chiesti dove fosse il marito nonchè padre di famiglia e ne avete cercato tracce tra i moltissimi dettagli dell’abitazione, ora la vostra curiosità viene del tutto appagata: il papà era in viaggio, si è fatto il giro del deserto ed ora, al suo ritorno, racconta le sue avventure ai familiari aiutandosi con le diapositive. Siamo ancora una volta chiamati in casa come ospiti d’onore ad assistere anche noi alla visione, molto molto ironica e sorprendente la scena della foto dove ci sono tutte le odalische, con il reggiseno come si conviene ma con tutte le mammelle da scrofa fa fuori… Alla vista di questa diapositiva a Dorotea il the si rovescia e un po’ di scompiglio entra nel retro del divano da cui si sta assistendo alla proiezione. Ma è solo un attimo e poi tutto torna a posto.
Senza alcun pudore la famiglia Sgrunf ci si mostra per ciò che è, sta a noi farci un’idea dei ruoli, delle dinamiche, delle componenti di tradizionalità (molto apparenti) e di modernità (più di quante non sembrino) di questa famiglia.
I due albi, di grande formato, sono entrambi senza parole, la narrazione procede grazie alle illustrazioni accuratissime e soprattutto alle fustellature che, con un gioco di sovrapposizione dei livelli di immagine e dunque di spazio e tempo, ci permettono di vedere l’evolversi di una medesima situazione in un medesimo spazio. I giovani lettori, e secondo me anche i più grandi, si sa, adorano i libri fustellati e questo sarà uno dei tanti motivi che porterà a perdersi in questi libri da scoprire nei dettagli, nei giri di pagina, nel non detto.
Tra ciò che invece è detto c’è il titolo, la prima edizione con la Emme di Rosellina Archinto portava il titolo Un giorno nella vita di Cecilia Lardò (qui trovate una recensione all’originale sul blog dei topipittori). Nella nuova edizione la protagonista, e suo marito, hanno cambiato cognome avendo evidentemente preferito un richiamo più onomatopeico al verso del maiale che forse stride un po’ con la raffinatezza della casa e dei modi della famiglia Sgrunf, forse nel Lardò c’era una buona dose di ironia in più, e tuttavia avendo incontrato per la prima volta i libri in questo formato e immaginando i tanti lettori che avranno, spero, la fortuna di conoscerli grazie all’edizione di Lupoguido devo dire che il titolo me lo faccio andar benissimo così.