Con le mani nella terra

E’ da un po’ che non vi racconto di un bel libro di divulgazione ed oggi finalmente posso dedicarmi a Con le mani nella terra. Alla scoperta del mondo vegetale di Emanuela Bussolati edito da Editoriale Scienza.

Il libro, dal bel formato quadrato e anche dalla bellissima carta, sin dalla copertina invita il senso del tatto a prepararsi per la scoperta….

Prima di mettere le mani nella terra le mettiamo nel libro e ci facciamo accompagnare dalla Bussolati che con parole e immagini ci guida in questo mondo naturale sviscerandolo da ogni punto di vista: le origini del pianeta, la struttura della terra, gli animali che si muovono su di essa e che mangiano i suoi prodotti, gli studiosi che ne studiano ogni componente.

La Bussolati assume, senza sforzo, si sente che siamo proprio dentro le sue corde e i suoi pensieri, una prospettiva più che ecologista, direi una prospettiva “terrestre” in cui tutto cambia prospettiva per esser affrontato a partire dalla terra, intesa proprio come quella sostanza su cui crescono le piante prima ancora che il nome del nostro pianeta.

Con le mani nella terra è un libro che si può consultare o leggere di fila e anche studiare per sezioni, sai che bello se invece delle fotocopie di schede sulle scienze a scuola dessero due pagine di questo libro??

Fantascienza? no, solo abitudine e pensiero; abitudine al pensiero che i libri sono strumenti di vita e di studio e i libri di divulgazione in particolare lo sono sin dalla più tenera età e garantiscono un livello di qualità estetica e letteraria, sommato al rigore scientifico, che non ha paragoni con le schede scolastiche.

Il libro si chiude con una serie di proposte giocose e di scoperta, metterselo nello zaino o sottobraccio e uscire a mettere davvero le mani nella terra. Mi viene in mente con questa espressione la bellissima tavola di Beatrice Alemagna in Un grande giorno di niente in cui il bambino finalmente, quasi per caso, mette le mani nella terra del bosco durante la pioggia e sente risuonare la vita intorno a partire dal tatto dei polpastrelli affondati nella terra.

Quante volte ancora ce lo permettiamo questo gioco?

Quante volte, e dove, permettiamo ai nostri bambini e ragazzi, specie man mano che crescono, di sperimentare la sensazione della terra nelle mani? Del senso di rispetto e sorpresa e responsabilità che immediatamente il contatto fisico risveglia?

Mi pare che se queste pratiche e attenzioni ci siano ancora alla scuola dell’infanzia e, quando va bene, alla scuola primaria, si perda del tutto alle secondarie quando invece il contatto con la terra potrebbe davvero dare una mano nel ridimensionamento di se stessi e della relazione col prossimo.

Il libro è stato realizzato in collaborazione con L’università di Padova e l’Orto botanico di Padova.

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