I prelibri di Munari
– Una intera biblioteca, piccoli libri di tanti materiali diversi e di tante materie divers: un libro di ottica, un libro di avventure tattili, un libro di geometria dinamica, uno di ginnastica, uno di storia naturale, uno di filosofia, un romanzo d’amore, un libro pieno di colori, un libro trasparente, un libro morbido, un libro di fantacsienza…
– Ma come si chiamano questi libri?
– I PRELIBRI.
Così, nel 1980, Munari descrisse i suoi Prelibri, editi da Danese e ora in catalogo per Corraini :una piccola biblioteca portatile che di fatto racchiude un’intera cosmogonia dei libri esistenti: da quelli di ginnastica a quelli d’amore e di fantascienza.
Se cercherete di individuare nei 12 piccoli libri contenuti nei Prelibri a quali Munari stesse pensando nel descriverli uno per uno vi renderete forse conto che le categorie, i generi, non sono poi così netti, che i confini vanno e vengono ed anche im questo sta l’eccezionalità dell’esperento dei Prelibri.
Ma partiamo dall’inizio:cosa sono, in pratica i prelibri?
Sono piccoli libri, 12 per l’esattezza che hanno in comune solo la dimensione 10 per 10 cm mentre cambiano per materiali utilizzati, rilegatura scelta, contenuto. Ci sono libri di legno, di plastica, di velcro, di linoleum, di carta e chi più ne ha più ne metta. Ognuno racchiude un mondo ben prima di essere aperto ed esplorato nella storia: è il materiale, la materia, il primo elemento comunicante.
Il piccolissimo lettore, già dai 6 mesi, se non anche prima, maneggerà questi libricino ascoltandone la storia innanzitutto col tatto, e con la bocca, naturalmente.
È importante che i piccolissimi lettori sperimentino le varie sostanze delle storie anche sottoforma di sostanza materica, ci dice implicitamente Munari, basta che resti sempre salda e indiscussa la forma del libro: il suo essere sfogliabile, in primis e l’essere quadrato.
Lasciamo perdere i libri che per attirare il genitore o il parente che compra si fingono altro e assumono altre forme :libri a forma di palla, libri a forma di chitarra…
Il libro ha la forma di se steaao che custodisce la sostanza di tutte le storie e se è vero che questa sostanza può essere mediata sin dalla materia, la forma deve restare la garanzia dello sta facendo esperienza del libro.