Un anno di poesia

Con la poesia ho sempre avuto un pessimo rapporto, se non proprio pessimo quanto meno burrascoso. Adoro alcune poesie e anche alcuni poeti ma non sopporto l’idea della poesia.

Ho scoperto che questa cosa è piuttosto comune, persino tra i poeti.

Avrei voluto avere la possibilità di incontrare prima, molto prima, qualcuno che, come Friot, come Chiara Carminati, fosse riuscito a farmi sperimentare la poesia, comprendere che è tutta questione di fare!

La cosa che, forse insieme alla filosofia, più subisce lo stereotipo dell’inconsistenza, della teoricità ( e spesso dell’inutilità) è proprio la poesia.

Eppure la poesia è letteralmente, dal greco, ciò che si fa, e si fa con le mani, si modella, si plasma come se le parole fossero creta, come se la lingua fosse una palestra di ginnastica ed ogni poesia un esercizio, ogni suono un peso per farsi i muscoli del linguaggio. Come direbbe Chiara Carminati una perla alla collana della lingua, una freccia all’arco del linguaggio.

Insomma, la metafora l’avete intesa.

Questa lunga premessa per salutare con enorme gratitudine Un anno di poesia di Bernard Friot edito in questi giorni da Lapis che potrebbe sembrare la traduzione de L’agenda du (presque) poete – e così di fatto è – se non fosse per lo straordinario lavoro di Chiara Carminati nel ritrovare corrispondenze degli esercizi di poesia e di lingua proposti da Friot in francese e riadattati alle norme linguistiche italiane.

Dal 1 di gennaio al 31 dicembre, un’agenda giornaliera universale (potete usarla ogni e tutti gli anni che volete) , che propone, sullo sfondo impagabile dei tratti di Hervé Tullet, una citazione poetica, in alto, un esercizio e, quando necessario, un suggerimento, un’idea, un consiglio ecc. sotto rovescio (sapete come accade nei quitz o nei cruciverba con le soluzioni?) .

365 giorni di esercizi direi fisici con la poesia, un corpo a corpo intenso e quotidiano che ognuno sceglie quando e se ingaggiare con assoluta libertà, la stessa che ogni esercizio insegna. Persino quando le regole ci tracciano la via della composizione è proprio lì che la libertà si esprime al meglio, la lingua si libera dei preconcetti per aderire solo alle regole del gioco sapendo, per altro, di poterle infrangere quando si vuole!

Volete scrivere solo con i verbi? solo con le interiezioni? dal basso verso l’alto? da destra a sinistra e viceversa?

Volete mettere brani di canzoni? scrivete male della poesia? riscrivere posie di altri?

Potete e possiamo fare con la poesia, ovvero con la lingua TUTTO CIO’ che vogliamo!

E le strutture? la retorica? la metrica?

Calma, ci sono, ci saranno anche quelle, ma l’approccio è libero, assoluto.

Se vi state domandando se ci sono poesie per bambini dentro, non posso che rispondere che ci sono poesia per tutti, dentro questa agenda, perché sono poesie DI tutti. Ovvero di tutti coloro che vorranno mettersi a provarsi e non esistono aggettivi per questo tipo di lavoro. La poesia non ha aggettivi, la letteratura non ha aggettivi!

Se provo a fare il gioco di “se fossi” allora direi che se fossi il ministro dell’istruzione regalerei questa agenda a tutti i docenti di ogni ordine e grado perché da qui possano partire ogni giorno per fare poesia con, per e di bambini e ragazzi.

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