Bill il cattivo (ora buonissimo)
Bill il cattivo è tale di nome e di fatto, è una creatura detestata e detestabile avvolta da un silezio omertoso che solo i bambini sapranno infrangere…con uno stratagemma interessante…
Bill il cattivo (ora buonissimo) è il nuovo libro di Ole Konneke edito da Beisler e in questi giorni in libreria. Come per gli altri libri di questo bravissimo autore nordico abbiamo tra le mani un librino con brevi testi e grandi illustrazioni di grande forza e impatto narrativo dove l’ironia non manca e tantomeno il coraggio di assumere il punto di vista dei bambini verso i grandi.
Bill il cattivo è cattivissimo con tutti ma soprattutto con i bambini, il suo sadismo è tale da rubare loro i palloni, annodare le corde per saltare, spaventarli a morte… In effetti se, se ci penso, Bill mi è parso inizialmente un bullo e invece più che questo è propri un sadico, un adulto sadico… difficile immaginare qualcosa di peggio e di più potenzialmente pericoloso !
Un giorno i bambini perdono il pallone proprio sul balcone di Bill ma decidono di arrampicarsi sull’albero e recuperarlo prima che il cattivissimo se ne accorga. Giunti su i due bambini si trovano ad assistere ad una scena alquanto penosa: Bill in preda all’incubo di essere sgridato e mortificato dai suoi stessi genitori di cui campeggiano le arrabbiatissime fotografie appese alla parete.
I bambini allora intendono il problema – meno male che ci sono loro! – fanno rivivere a Bill il trauma di incontrare i cattivissimi genitori e accorrono in difesa di Bill mettendo in fuga i finti genitori.
Bill si libera come da un incantesimo, diventa gentile, soprattutto con i bambini, non riproduce più il modello familiare che lo aveva evidentemente traumatizzato con un imprinting violento e sadico.
La storia è bella, la soluzione geniale – proprio da bambini – ma quello che più mi è piaciuto del libro è l’ultima pagina, quella in cui si crea quella sottile ironia tra testo e immagine che fa fare a tutta la storia un salto di qualità: mentre il testo ci dice di quanto Bill sia diventato buono, soprattutto con i bambini, l’immagine ci dice che questo vuol dire che non è vero che non ruba più le mele al fruttivendolo, bensì che ne ruba assai di più per darle a tutti i suoi amici bambini!
La morale resta, latente, e soprattutto non tranchant; resta leggera e colpisce alcuni lati del personaggio e ne lascia intatti altri: mica siamo in quei libri didascalici e noiosissimi dove un demone diventa angelo solo per la bontà di un bambino che gli sta accanto!
Qui si fatica, si subisce, si reagisce e ci si redime solo un pochino, ma quel che basta a diventare buonissimi, almeno agli occhi dei bambini a cui nulla può capitare di peggio che incontrare adulti sadici!