Il Piccolo Principe – prendiamoci cura…

Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.

“Il Piccolo Principe”
Età: da 5 anni
Pagine: 66
Formato: 18.2 x 25,9 cm
Anno: 2015
Editore: Bompiani
Autore: Antoine De Saint-Exupéry

26 settembre: antefatto

Rincaso alla sera, dopo la lezione di pilates, un po’ più tardi del solito, con in mano una pianta di erica. Suono. Mi apre mio marito il quale, vedendomi con una pianta in mano, mi chiede… “E questa?” [Alludendo alla pianta ovviamente]. Silenzio. Continua: “Sai almeno che pianta è?” Sorrido. “Un’erica” aggiunge. Silenzio. Continua “Cosa devi farci…?” [È risaputo che tra le mie qualità non rientri uno spiccato talento “green”]. Silenzio. Continua: “Lo sai vero che è una pianta da esterno…”. Io: “Noooooo…” il panico nei miei occhi. Avevo preso la piantina per portarla in classe. Al chiuso.

27 settembre: Friday for Future

Ore 8.00: “Maestra ma che fai con una pianta in mano? È il tuo anniversario? Te l’hanno regalata?”
Sorrido… La giornata non è iniziata certo nel migliore dei modi. I miei figli, entrambi!, non sono entrati a scuola causa sciopero… e io mi ritrovo qui, pronta a entrare in classe con… due figli fuori da scuola …e fuori di casa. Per fortuna una mia cara amica mi ha offerto un salvataggio in extremis, ospitandoli per l’occasione. Respiro, mi riprendo e penso ad alta voce: “Oggi è il 27 settembre… è davvero il mio anniversario! Che coincidenza!”. “Davvero?!?” chiedono le bambine allo stesso tempo stupite e interessatissime all’argomento… poi le guardo e dico… “Comunque, la pianta, non centra nulla con il mio anniversario… l’ho presa io. Per noi. Dopo vedremo il perché…”

Un nuovo Friday for future.
L’argomento è “caldo”. Il pianeta è caldo. Troppo caldo! Trovo riduttivo, per l’urgenza e la complessità del tema, esaurirlo in una sola giornata di sciopero. Così, lungi da me l’intenzione di dire cosa sia giusto fare o non fare, né tanto meno polemizzare, decido di investire un po’ di tempo e risorse per mettere in atto piccole scelte di cambiamento, dall’impatto ambientale contenuto, informando i bambini su quanto sta accadendo al nostro pianeta e individuando piccoli gesti quotidiani in cui impegnarsi per rompere abitudini sbagliate, più o meno intenzionali.
La scelta è quella di investire nell’educazione, in un programma di sensibilizzazione dei bambini (e delle famiglie). Ovviamente è impensabile l’attuazione di un cambiamento istantaneo. L’inversione di rotta, si sa, è un lavoro lungo e che richiede pazienza; un po’ simile alla semina che non ha la pretesa di vedere e raccogliere subito i frutti.

Quindi saliamo in classe.

Dopo i rapidissimi (sì, ironicamente parlando) tempi di sistemazione, possiamo finalmente iniziare a far lezione. Tiro fuori dallo zaino il libro del Piccolo Principe. Versione pop up. Prima di iniziare a leggere chiedo “Chi di voi sa perché oggi c’è chi sciopera?”

  • “Per il clima”
  • “C’è quella ragazza, quella di cui ci avevi parlato l’anno scorso…
  • “Sai che è andata in barca a vela dal suo paese fino agli Stati Uniti? E qui l’hanno accolta moltissime persone? …me lo ha detto mio papà”.
  • “Per il surriscaldamento globale che provoca lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare e i terremoti che fanno così “Boroborobon””
  • “Per il buco dell’ozono”
  • “e l’effetto serra”
  • “Perché non c’è la mensa” [Quando c’è sciopero solitamente non è attivo il servizio mensa a scuola]
  • “Perché si usa troppa plastica”
  • “Contro l’inquinamento”

Da cosa nasce cosa, da parola nasce parola, da parole nasce dialogo che si fa conversazione. Scambio attivo e propositivo, prezioso momento di crescita. Partendo dalle ragioni per cui è stato indetto lo sciopero ci siamo messi in discussione, chiedendoci: “E noi cosa centriamo? Cosa potremmo fare per salvaguardare il nostro Pianeta?”

Cose che già facciamo:

  • Usare gli asciugamani anziché lo scottex per asciugarci le mani
  • Utilizzare una scatola porta piatti anziché utilizzare un sacchetto di nylon al giorno
  • Usare la borraccia anziché bottigliette d’acqua usa e getta
  • Utilizzare la saponetta solida anziché il sapone liquido, così ne usiamo meno e inquiniamo meno
  • La raccolta differenziata
  • Raccogliere bottiglie di plastica quando le troviamo abbandonate sulla spiaggia o in laguna
  • Essere d’esempio per gli altri.

Cose che potremmo fare:

  • Andare in giro a piedi o in bici piuttosto che in macchina e se proprio ci si deve muovere meglio un mezzo pubblico collettivo che privato come l’autobus o il treno
  • Usare la barca a remi o a vela piuttosto che a motore e comunque meglio un motore piccolo che grande
  • Produrre meno rifiuti
  • Riciclare giocattoli e vestiti, inventando nuovi possibili usi
  • Limitare gli sprechi, a partire dall’acqua
  • Usare meno plastica possibile

Ma veniamo al libro di oggi…

…devo ammettere che “Il Piccolo Principe” non è tra le mie letture preferite, né di quand’ero bambina, né da adulta… Ho sempre faticato a concluderlo, forse perché un po’ troppo filosofico o perché imposto come lettura dalle insegnanti… Rientra, infatti, nelle letture caldamente consigliate a partire dalla seconda elementare e mi verrebbe quasi da farlo rientrare tra i libri “commerciali”. Oh, io a volte sono decisamente “commerciale”, ossia rientro precisamente nel target che il “commerciale” in senso lato affascina, la “fashion victim per eccellenza” come mi dice spesso Francesco (mio amico e consulente di marketing preferito). Tuttavia, lo ammetto pubblicamente, questo libro non l’ho mai letto tutto d’un fiato. Sarebbe però da sciocchi non riconoscerne il valore.
Potremmo riflettere per ore sul senso del lettore implicito ed esplicito, se questo sia un libro per adulti o un libro per bambini, se sia un testo da leggere da adulti ripensando a quando si era bambini o viceversa. In realtà tralasciamo ora la questione perché… non è questa la ragione per cui oggi ho deciso di leggerne alcuni passi in classe.

Ne ho proposto una lettura ad alta voce da parte mia.

In una classe seconda la lettura autonoma per più di qualcuno non è ancora fattibile e dato che il testo è un po’ complesso ho preferito mediare, almeno per quel che riguarda la decodifica dei segni e il tono della lettura. Al resto ci hanno pensato i bambini.
Va detto che questa è la versione integrale nei testi, con i disegni originali ma… pop up, ovvero con la possibilità di veder le immagini ritagliate che si sollevano e fuoriescono dal libro sortendo, come sempre accade, un effetto magico.

Veniamo ai commenti a caldo dei bambini (prima-dopo-durante la lettura):
  • Io so che libro è quello: “Il Piccolo Principe”
  • Anch’io ce l’ho in casa sulla libreria, era della mamma quando era piccola
  • Che bello, è un libro Pop up, quello con i disegni che si alzano ed escono tipo 3D
  • Maestra, aspetta, voglio vedere bene i disegni, sono troppo belli
  • Il Principe vuole proteggere la rosa
  • La rosa assomiglia a quella della “Bella e la Bestia”
  • Tutte le rose si assomigliano!
  • No… questa è unica!
  • Il piccolo Principe si è innamorato della rosa, le vuole bene
  • Io so cosa significa addomesticare… che… tu sei importante per l’altro come se fossi l’unico al mondo e lui lo è per te [giuro che è il testuale commento detto da uno dei miei alunni, un bambino!, e ho dovuto trascriverlo subito per potervelo riportare fedelmente!]

Creare legami

In generale mi ha colpito la partecipazione attiva al dialogo da parte dei bambini e la voglia di impegnarsi nel concreto, a propria misura, per cambiare. Ecco alcune delle molte frasi che sono emerse:

  • “Maestra, pensavo che potrei fare dei cartelli e metterli in giro per la casa, ad esempio uno in bagno con scritto «Ricordati di non sprecare l’acqua»….”
  • “Io ho deciso: da grande mi prenderò il motore elettrico per la barca!”
  • “Lo sai maestra, anche le scarpe si possono riciclare, queste che ho addosso ad esempio me le ha date una mia amica a cui non stavano più e quando non andranno più a me, anch’io le regalerò”
  • “I piatti di plastica che ho utilizzato per il mio compleanno sono compostabili cioè si decompongono velocemente, una volta in acqua si riducono in particelle piccolissime”

E se dico…

Mi rivolgo a fine lezione ai bambini: “Se dico «gesto di cura» cosa vi viene in mente?”

  • “Chiedere a chi ti sta vicino come sta…”
  • “Fare una carezza…”

Rilancio: “Bello! Dai facciamo una carezza al nostro vicino, un gesto gentile, male certo non può fare…”
E così facciamo…

  • “Maestra mi è venuta in mente un’altra cosa, posso? – senza aspettare il consenso comunica a tutti cosa ha pensato, quasi urlando – Dare acqua alle pianteeee?”
  • “Maestra è per questo che hai portato la pianta? È un’erica vero? Sarà la nostra rosa?”

Proprio così… ci prenderemo cura. Di lei, di noi e del nostro pianeta…”

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