Lettere ad una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi
Il 28 ottobre 1922 le camicie nere marciavano su Roma ed avvenne ciò che forse non in molti, dopotutto, si sarebbero aspettati. Mussolini entrò a Roma due giorni dopo, il 30, in treno (il lavoro sporco l’ha sempre fatto fare agli altri) per vedersi conferito dal Re in persona l’incarico di governo. Era l’inizio del regime fascista anche se gli storici ci dicono che sarà solo dopo il delitto Matteotti due anni dopo, era il 1924 che il fascismo si costituirà in senso pieno come regime totalitario.
Quanto e cosa e come sanno di questa storia, della storia del Duce i ragazzi e le ragazze di oggi?
Probabilmente poco o nulla, se non ciò che, come infelicemente ma molto sinceramente potrebbe dire qualcuno di loro, ciò che è tornato di moda.
Avreste mai associato la parola fascismo alla parola moda?
Beh, pare che si faccia e che, soprattutto, funzioni…
Da tutto questo, anzi da qualcosa di ancora più impalpabile come una scritta scalfita a temperino su un banco vuoto in una classe della secondaria è partito Aristarco per raccontare ciò che il fascismo è stato e forse ciò che ancora in parte è.
Lettere ad una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi è infatti il romanzo epistolare, edito da Einaudi, che Daniele Aristarco ha scritto immaginando una destinataria dodicenne che si ritrova sul banco, forse scritto da lei stessa o forse semplicemente “ereditata” la scritta DVX.
Ne nascono, appunto, 12 lettere senza risposta – quindi poco romanzo epistolare in effetti, qui abbiamo solo il mittente non sapremo mai se e cosa la destinataria risponderebbe – in cui la figura del Duce, il senso anche del nome, tutta la sua storia e formazione fino a ciò che il totalitarismo fascista è stato e a ciò che nella vulgata è rimasto ancora oggi, di moda, appunto.
Una lettura interessante, intensa ma al tempo stesso leggera con il tono e la bravura non solo di chi sa scrivere (e non è scontato) ma anche di chi sa ed è abituato ad avere a che fare con i ragazzi e le ragazze nel rispetto assoluto di ciò che essi sono e sanno. Non c’è giudizio ma confronto, racconto, ipotesi, nel testo di Aristarco e se non possiamo immaginare cosa la dodicenne immaginata come destinataria potrebbe rispondere (chissà poi magari l’ha anche fatto in privato bisognerebbe sentire l’autore), possiamo però cercare nuovi destinatari, ovvero tutti i lettori che incontreranno questo testo e che potranno leggerlo in qualche modo come rivolto a loro stessi, o forse no, mantenendo un distacco che li faccia sentire meno implicati nei fattacci narrati, ma ugualmente vicini al racconto.
Il libro è uscito ormai diversi mesi fa ed ha dato da scrivere e da pensare, io ho voluto riservagli il suo spazietto oggi perché questa data non vada dimenticata nè sottovalutata.