Noccioline – Mercedes: siamo tutti un po’ cattivi

Tornata dal Lucca Comics mi sono data alla lettura di un po’ di miei acquisti e questo è stato il primo che ho preso in mano. Lo avevano promosso talmente tanto (persino aprendo il profilo twitter della protagonista), che ormai dovevo conoscerla questa malvagia Mercedes.

Devo ammettere che è una gran egocentrica maniaca del controllo, giusto per evitare francesismi, che non so se mi siano concessi. E’ un donnone di una certa età (è noto quanto Daniel Cuello ami disegnare anziani, con tutte quelle linee sulla faccia), da subito si capisce che la sua imponenza fisica è anche metafora del suo potere politico ed economico. Un personaggio temuto e venerato. Nella società in cui viene presentata, Mercedes è un simbolo, è nota a tutti per avere in mano il controllo di più o meno qualunque cosa.

So di essere estremamente vaga nel descrivere il contesto di questo fumetto, ma la verità è che un contesto vero e proprio non lo ha. Come in Residenza Arcadia, il contesto politico e sociale è solo accennato, lasciando il fumetto fluttuante in una realtà volutamente non collocabile o associabile ad una realtà specifica. Il non fornire elementi caratterizzanti, ma solo accenni, appresi solo perchè necessari alla trama della vita della protagonista, rende a mio parere il fumetto ancora più intrigante. L’autore fa in modo che si sappia giusto quanto basta per comprendere la trama, sottolineando che non è il contesto che ci interessa.

La storia infatti, nonostante coinvolga la politica, l’ambiente, uno scenario quasi apocalittico, tradimenti e manipolazioni, non si può definire un thriller politico, perchè il focus è sul’individuo. IL lettore è sempre con Mercedes, la accompagna, cresce e cambia con lei. Imparerà a scoprire che non è davvero la bestia che tutti credono (lei non è cattiva, è che la disegnano così, semicit. necessaria, ora posso tornare a recensire).

La verità è la Mercedes cattiva che ci vogliono presentare, non è altro che una facciata, solo una parte di lei. L’autore non manca di ricordarci, con un crescendo narrativo, che in realtà lei è umana. In una presentazione al Lucca Comics si era detto stupito che molte persone si rivedessero in lei, perchè l’aveva disegnata mettendoci tutta la malvagità che gli veniva in mente, io invece non mi trovo così spaesata da queste affermazioni.

E’ vero che è crudele, cinica, insensibile e chi ne ha più ne metta, ma la verità è che più di tutto è terrorizzata e sola. La verità è che Cuello è riuscito a rappresentare una qualunque persona nella sua giornata peggiore (in senso buono). Me ne sono accorta perchè, per quanto potessero essere irritanti le azioni e le parole di Mercedes, alla fine dei conti potevo capirla. Tutti a casa, al lavoro, in bus, quando hanno avuto una brutta notizia, tendono a perdersela con il primo malcapitato ed ecco ciò che sta accadendo a Mercedes.

Probabilmente, se l’avessimo conosciuta 10 giorni prima dell’avvenimento, l’avremmo odiata a morte, questa donna incredibilmente arrogante e fastidiosa. Invece la incontriamo proprio nel momento in cui cade dal suo piedistallo, in cui la sua facciata e le sue difese si stanno sgretolando pezzo per pezzo, mentre abbandona una per una le sue valige, nella sua fuga disperata. Quindi non possiamo odiarla, anzi, alla fine parteggeremo per lei, sperando nella sua salvezza.

[SPOILER ALERT]
Devo dire la verità che fino alla fine non ero sicura di dove si andasse a parare, se si sarebbe tornati sul politico o rimasti sulla persona, ma con il finale ho avuto la chiave di lettura della storia.
Mi è venuta subito in mente la scena di V for Vendetta in cui Evey è uscita dalla finta prigione e, dopo la litigata con V, esce sul tetto e sente il contatto con la pioggia. Io credo che che lei e Mercedes abbiano provato la stessa sensazione di libertà e assenza di paura, che le porterà ad essere persone nuove.
Mercedes è completamente spogliata di tutto quello che la rendeva il suo personaggio, se non ce lo dicessero, non sapremmo che è lei. Ha con sè solo il computer ormai. Le viene data una possibilità di rinascita e finalmente di crescita, per uscire dal guscio protettivo di rabbia e aggresività che si era creata.
[FINE SPOILER]

Concludendo, un gran bel libro, che dimostra una palese crescita artistica dai precedenti titoli, ma avrei solo un “appunto” da fare. In quelle poche parole che ci si scambia durante i firmacopie, Daniel Cuello ha raccontato che gli piacerebbe studiare psicologia per aggiungere maggior introspezione ai suoi personaggi: ti prego fallo! Se la base è questa, non si può neanche immaginare che cosa potresti scrivere con maggiori basi teoriche, considerato che l’introspezione e il focus sull’evoluzione dei protagonisti è un elemento chiave in questi libri.

Dopo questo momento imbarazzante, posso davvero chiudere la recensione, sperando di aver consigliato una buona lettura.

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