Ogni attimo è nostro
Ogni attimo è nostro è il romanzo di Luigi Ballerini edito da De Agostini qualche mese fa, era nella cerchia del Premio Cento e dunque mi sono morsa la lingua sin’ora… ma appena finii di leggerlo, in meno di 2 giorni, lo scorso agosto, non so cosa avrei dato per poter mettere subito su carta i pensieri che la lettura mi aveva portato.
….In effetti alla fine l’ho fatto, ho messo su carta i pensieri e il post che state leggendo ora l’ho scritto diversi mesi fa e la morte di Giacomo mi era ancora molti vicina.
L’intera vicenda si svolge in poco meno di 24 ore ed è tutta un lungo flashback grazie al quale torniamo a vivere col protagonista, Martina la sua ragazza e Fabione il suo migliore amico, il giorno dell’orale della maturità, della partenza per le vacanze in Salento con gli amici e… la sua morte.
Già, per la seconda volta in pochi mesi, per quel che mi risulta, Ballerini sceglie una focalizzazione tutta interna per raccontare la fine della vita del protagonista e l’unico modo per farlo, evidentemente, è un lungo flashback di un narratore in prima persona dall’oltretomba.
Una tecnica simile l’autore l’aveva tentata nel bellissimo romanzo corale Un sogno sull’oceano. Sappiamo che stiamo leggendo le ultime ore di vita del ragazzo sin dalla prima pagina e questa straordinaria prolessi lungi dal farci perdere interesse (sappiamo già come va a finire).
Scatena la curiosità e ci trascina in un ritmo di lettura che è quasi il medesimo di vita e di narrazione, scandito in ore e minuti.
Perchè non è un narratore esterno ad anticiparci “la fine” bensì il protagonista interno e quello che ci spinge subito oltre la ricerca di una spiegazione: com’ è possibile che stia leggendo la voce di chi dice di essere già morto?
Non saprei (e in ogni caso non lo farei) descrivere le tante piccole cose ed emozioni quotidiane che attraversano la narrazione. Di fatto sembra non accadere nulla di eccezionale, nulla di degno di essere raccontato se non si trattasse degli ultimi atti di vita di un diciannovenne al pieno della sua vitalità e spinta verso il futuro.
L’ultimo capitolo mi pare rallenti il ritmo, sceglie una soluzione narrativa particolare che mi ha un po’ stupita, non so se del tutto convinta, di sicuro rallenta e addolcisce la chiusa dopo una corsa tra le pagine con picchi di ritmo sempre più frequenti.
Un libro da leggere e da proporre per la lettura, indubbiamente!