Natale… in cartella
Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.
“Ester e il disastro di Chanukka”
Età: da 3 anni
Pagine: 32
Formato: 28×23,4
Anno: 2014
Editore: Giuntina
Autore: Jane Sutton
Illustratore: Andy Rowland
“Buon Natale Samira”
Età: da 5 anni
Pagine: 36
Formato: 29×20,6
Anno: 2002
Editore: Bohem Press Italia
Autore: Max Bolliger
Illustratore: Giovanni Manna
“Il flauto del pastore”
Età: da 4 anni
Pagine: 40
Formato: 20,4×29,4
Anno: 2012
Editore: Arka
Autore: Max Bolliger
Illustratore: Stepan Zavrel
Aspettando il Natale…
Ogni giorno un libro e… un cioccolatino.
Un giorno per ciascuno…
Venti bambini… venti giorni d’attesa…
Attesa di che cosa? Del natale…
Ma cosa è Natale?
“Maestra quest’anno cosa prepareremo di bello da regalare alle nostre famiglie?”
“Un dolce pensiero” – rispondo io…
“Bello… e cioè cosa sarebbe?”
Data la mia dichiarata e nota scarsa manualità e pazienza realizzativa di manufatti di bricolage, ammetto i miei limiti e le mie difficoltà nella creazione dei… “lavoretti”!
Fatico a capirne il senso. O meglio, di mio, per fare qualsiasi cosa, ho bisogno di trovarne il “senso”.
Il senso l’ho trovato proprio nella domanda iniziale ossia che “Cos’è il natale?”.
Che cos’è il Natale?
La risposta curiosa e interessante ovviamente è venuta proprio dai bambini perché il significato che ha per uno può esser diverso da quello che ha per un altro o essere addirittura un’altra cosa.
I bambini hanno espresso il loro significato di natale in parole singole. Abbiamo quindi usato le stesse parole, ciascuno le sue, per costruire delle piccole “scatole del Natale”.
Ecco le parole scritte dai bambini:
Cappelli di lana, Avvento, neve, albero di Natale, lasagne, zii, prozii, regali, famiglia, pandoro, panettone, pollo arrosto e patate, presepe, festa di Hanukkà, Babbo Natale, Gesù, neve, freddo, Babbo Natale, vacanze.
Da queste parole ho preso spunto per scegliere gli albi avrei letto in
classe nei giorni successivi. Venti libri. Uno per ogni giorno di scuola prima
di Natale. Ogni giorno un albo diverso, da leggere ad alta voce, in classe.
Ovviamente non potrò raccontare in un solo post tutti e venti gli albi scelti.
Per due semplici ragioni:
- non li abbiamo ancora letti tutti (e non posso mica prevedere reazioni e commenti dei bambini…)
- il post diventerebbe davvero eccessivamente prolisso.
Ed ecco i miei libri in cartella…
- Ester e il disastro di Channukkà
- Buon Natale Samira
- Il flauto del pastore
Questi i tre che ho scelto. Due sono addirittura dello stesso autore.
Ester e il disastro di Chanukka
Il primo narra la storia di Ester, un gorilla che, consultando la sua agenda, si rende conto che è la vigilia di Chanukkà e… deve ancora acquistar i regali per i suoi amici. Si reca così a far compere e a consegnarli ma… si accorge di non aver azzeccato molto i doni fatti. Cercherà allora di rimediare.
“L’ultima sera di Chanukkà, Ester e i suoi amici si ritrovarono intorno alla chanukkià. Ester accese lo shammàsh e recitò le benedizioni. I suoi amici accesero a turno tutte le otto candele. Mentre guardavano le candele ardere cantarono le canzoni di Channukà e mangiarono le frittelle e la salsa di mele”.
Commenti dei bambini
“Maestra l’hai scelto perché noi spesso combiniamo disastri?”
“Io ce l’ho a casa questo libro, è bellissimo”
“Ma non ho capito, riguarda come festeggiano il Natale nella giungla?”
Buon Natale Samira
Il secondo albo narra la storia di Samira e la sua personale esperienza del Natale:
“C’era una volta una bambina, che veniva da un paese lontano, nel quale le feste erano diverse dalle nostre. Per questo la bambina non sapeva cos’era il Natale.
«Natale». «Buon Natale».
La bambina incontrava questa parola dappertutto.
Nelle strade illuminate a festa erano in vendita dolci di «natale», biglietti di «natale», candele di «natale», regali, pacchetti, persino fiori che si chiamano stelle di «natale».
Nelle piazze, cori di uomini e donne in costume intonavano canti di «natale»”.
I bambini ridono sommessamente e commentano…
“…tutto di Natale”
“È vero però, è proprio così!”
“Ieri noi abbiamo comprato un albero di Natale, uno vero perché quello vecchio è finito in acqua alta”.
Continuo…
“La bambina si chiamava Samira. Aveva i capelli crespi e la sua pelle era marrone scuro. Una sera sentì qualcuno parlare di lei: “Ma chi è quella ragazzina nera? Dove abita? Da dove viene?”. Samira veniva da un paese in cui regnava la guerra e dove tante persone erano perseguitate e soffrivano la fame. Una piccola profuga, questo era Samira”.
“Samira raccolse tutto il suo coraggio e, finalmente, si azzardò a chiedere: “Ma che cos’è il «natale»?”. “Il Natale? Già. Cos’è veramente?”, chiese anche la maestra un po’ sorpresa”.
“E tutti insieme gridarono: “è «natale» quando decoriamo a casa!” “È «natale» quando dipingo tante stelle sulle finestre” “È quando la mamma prepara un sacco di biscotti!” “È quando posso scrivere la mia lista dei desideri!” “È quando arriva Babbo Natale”. Le affermazioni dei bambini continuano, ma non sembrano sufficienti per spiegare a Samira che cos’è il Natale, sino a quando lei stessa non ne fa esperienza.
Commenti a caldo dei bambini riguardo il secondo:
“Maestra sembrano le cose che abbiamo detto noi sul Natale…”
“Anche mia mamma prepara i biscotti da regalare a Natale”
“Io devo ancora scrivere la lettera a Babbo Natale”
“Io sono felice perché a Natale incontro i miei prozii”
Il flauto del pastore
Il terzo albo è una leggenda dell’Avvento che narra di un vecchio pastore e del suo nipotino che si esercita a suonare bene il flauto per accogliere nella dovuta maniera il re che verrà.
“Ogni sera, quando i pastori si radunavano attorno al fuoco, ascoltavano il più vecchio di loro che sapeva tante cose. In particolare sapeva interpretare il corso degli astri. Da tempo questi avevano annunciato l’arrivo di qualcuno di molto importante”.
Commenti a caldo dei bambini:
“Maestra i disegni assomigliano a quelli di Un sogno a Venezia” (e infatti l’illustratore è sempre Zavrel; che occhio i bambini…)
“Mio papà non crede in Gesù”
“Noi il periodo di attesa lo chiamiamo Avvento”
“Anche a catechismo ci hanno parlato di questa storia e forse faremo anche una recita”
Per concludere…
Credo sia importante rispondere ai bisogni di ciascuno, con dolcezza, rispettando i tempi di riflessione e di elaborazione propri di ciascun bambino. Credo altresì che sia importante la conoscenza: solo conoscendo realtà diverse dalla nostra si possono maturare atteggiamenti di accoglienza dell’altro, dell’altro diverso da me. Credo che questo sia uno dei compiti più importanti che la scuola dovrebbe assolvere e credo questo sia il significato più ampio e profondo del natale, aldilà del proprio credo e della famiglia di provenienza.
Accogliere e rispettare l’altro! Grazie ad Ester, a Samira, al Piccolo Nipotino e… a tutti i bambini della 2aB.
Leggere per leggere, leggere per il puro piacere di leggere, leggere per incontrare ciascun (piccolo) lettore, indipendentemente dal credo o dalla famiglia di provenienza.
Leggere ad alta voce è un piccolo gesto di cura, un’attenzione verso l’altro… Dare la possibilità all’altro di sentire questo incontro credo sia molto bello.
La classe seconda, scuola primaria, che ho il piacere di accompagnare è una classe variegata sotto tutti i punti di vista ma ci sono degli elementi che fungono da comune denominatore e che riescono a metter tutti d’accordo. Uno di questi è la lettura.
Post scriptum:
- “Maestra ma i foglietti con scritti i libri da leggere erano già dentro o li hai messi tu?”
- “Erano già dentro”
- “Ma no, li ha messi lei…”