Theodor Seuss Geisel alias Dr. Seuss
Se c’è una cosa certa nell’avere a che fare con i libri di Seuss è che il rapporto con il lettore non può essere neutro. Se i lettori bambini, milioni in tantissimi Paesi, lo amano moltissimo da oltre mezzo secolo, negli stati uniti la data di nascita di Seuss è diventata addirittura la giornata nazionale della lettura; per i lettori adulti non è così scontato entrare in contatto con la poetica di questo autore.
Seuss (1904-1991), Dr Seuss come lui si firmava pur non essendo laureato (ma forse si considerava un prescrittore di storie (nel senso che le scrive e prescrive come “cura” e atto di cura, un dottore della fantasia dei bambini), è un autore spiazzante, a tratti irritante, sicuramente non accogliente ed avvolgente nella sua sistematica e programmatica scelta di mettere in scena spesso e volentieri la parte peggiore dell’essere umano. Nelle storie di Seuss non mancano personaggi meschini, quando non apertamente “cattivi”, situazioni più che critiche rispetto alla relazione tra creature e tra creature e mondo. E tutto viene messo in scena senza un’esplicito giudizio morale, la morale è più che chiara e si definisce nella chiusa della storia ma non è questa a diventare oggetto di narrazione.
Le storie di Seuss sono spesso delle specie di favole dalla morale chiara ma non didascalica, mai pedante nè annoiante. I suoi testi non vengono percepiti come testi “su” qualcosa, il libro sulla guerra, quello sul diverso, quello sull’inquinamento, quello sull’egoismo e chi più ne ha più ne metta. No, affatto, sono percepiti dal lettore come storie divertenti e se poi, silenziosamente, ai lettori il messaggio arriva forte e chiaro questo è il potere della letteratura!
Come è possibile che accada tutto ciò?
Credo che le cifre stilistiche della narrazione di Seuss che rendono possibile al tempo stesso l’essere così “impegnato” come autore e così irriverente e divertente come narratore, stiano nell’uso della lingua e nello stile dell’illustrazione.
La prima cosa che salta all’occhio dei testi di Seuss, anche in traduzione e fortunatamente abbiamo delle grandi traduzioni della Sarfatti (per le edizioni Giunti), è la rima, il crearsi come delle filastrocche che giocano moltissimo con l’onomatopea e con il nonsense. E’ il suono spesso a prevalere sul senso e la cosa diventa più che evidente in quei testi in cui è il suono e la sfida con le parole a costruire la storia. Penso al meraviglioso Prosciutto e uova verdi (Giunti editore) scritto usando 50 parole o al Gatto col cappello scritto con 250 parole, in cui la gabbia del numero delle parole e la scelta della rima sono più che sufficienti a scatenare la creatività linguistica e narrativa e a far emergere storie incredibili che danno vita, allo stesso tempo, all’assurdo e a possibilità di scelte alternative.
Anche là dove il vincolo linguistico resta “solo” la rima e le narrazioni assumono senso compiuto (morale se volete) esplicito, penso a La battaglia del burro, L’uovo di Ortone, Ortone e i piccoli chi, Gli Snicci, I rax, Yerte the turtle, Il Grinch ed altri, la lingua non smette ma di essere creatrice di divertimento, di ironia e di suono che accompagna in maniera scanzonata e disimpegnata la narrazione, ad equilibrarne talvolta le prese di posizione.
La narrazione è sempre fortemente ironica e l’ironia viene scatenata dal contrasto tra ciò che viene raffigurato e ciò che il testo dice. E’ lo stile illustrativo diretto, senza dettagli di sfondo, spesso in bianco e nero, con un tratto rapidissimo a dare IL senso alle parole e a indirizzare la storia in un verso piuttosto che in un altro. I personaggi si muovono spesso su sfondi molto ampi e in situazioni che più che definire interpretano il messaggio testuale e il suono che esso emana attraverso la rima.
Il nome di Dr. Seuss evoca immediatamente un mondo di creaturine pelosette dalle conformazioni più strane e dal carattere “umano”, a me pare però di vedere due mondi che si incontrano e sovrappongono: al mondo degli umani “veri” ovvero dei personaggi con sembianze umane, penso ai due fratelli che compaiono in Vorrei un cucciolo ma non so quale o anche nelle storie del Gatto col cappello, si accosta (e talvolta nelle narrazioni si sostituisce, nel senso che compare solo questo secondo come location della narrazione) il mondo delle creature, il mondo dei Chi, dei Chi-non-so, di Chi-fu, degli Snicci e dei Rax; un mondo indefinito sin dai nomi e da cui emergono personaggi che si stagliano (infatti hanno un nome “vero) come il Lorax o il Grinch o Nando detto Ferdi e il suo compagno di Prosciutto e uova verdi, o ancora Yertle o lo stesso Gatto col Cappello. Alcuni di questi entrano in contatto col mondo “umano”, il gatto col cappello lo fa, evidentemente, Ortone è nel mondo “umano” ma è lui che per primo (e siamo ai primi anni 50) entra in contatto con i “Chi” da cui, il bambino che arriva da Chi-fu nel Lorax è anche lui creatura che mette in contatto i mondi. Tutti gli altri altri sono emanazione della fantasia umana ma l’elemento umano resta fuori dalla narrazione pur essendo messo in scena dalle tipizzazioni dei personaggi.
I testi di Seuss andrebbero e potrebbero essere analizzati uno per uno ma quello che mi premeva era provare a trovare delle cifre che tornano, una poetica di riferimento che ci aiuti ad entrare in contatto con questo autore che io amo moltissimo ma che comprendo possa dare l’impressione di non essere un autore “caldo”. Non è facile avere a che fare con Seuss come, mi viene da dire, non è facile avere a che fare con le logiche del pensiero dei bambini a cui invece questo genio americano riesce a dare perfettamente forma, senso e direi anche suono!
In Italia in questo momento sono editi al momento 12 titoli di Seuss e 1 raccolta. 10 di questi titoli e la raccolta sono di Giunti mentre fanno eccezione il Grinch e Oh quante cose vedrai editi da Mondadori sia in cartonato che in brossura tascabile. Moltissimi sono invece i titoli che non sono ancora stati tradotti ma che speriamo lo saranno o che comunque vi consiglio di leggere in lingua. I libri pensati come nenie e filastrocche di suono, penso a One fish two fish red fish blu fish o a Fox in Socks, sono divertenti e semplici da incrociare anche per iniziare a familiarizzare con il suono della lingua inglese.
L’ultimo testo di Seuss edito prima della sua morte, e siamo nel 1990, si intitola Oh the place you’ll go, tradotto con Oh Quante cose vedrai e mi pare che abbia il sapore di un lascito testamentario: un invito al giovane e giovanissimo lettore a prendere la propria strada, un monito a non temere anche i percorsi più insidiosi e ad assumersi la responsabilità, ed il divertimento non ce lo dimentichiamo, delle proprie scelte. Un testo in cui i mondi umano e fantastico di Seuss si incontrano esplicitamente , nel bene e nel male un testo che mi pare faccia coppia con quel testo spiazzante e stranissimo che è Il paese di Solla Sulla.
Dai libri di Seuss sono stati tratti anche i film Ortone e il mondo dei Chi, Il Lorax, Il Grinch (in film e cartone animato) e recentemente su Netflix potete trovare una serie di cartoni intitolata a Prosciutto e uova verdi che dal libro prende solo i due personaggi ad alcune situazioni al limite ma che per il resto è una libera interpretazione e invenzione del mondo fantastico di Seuss.