Museum
L’avete visto Museum di Javier Sáez-Castán con le illustrazioni di Manuel Marsol edito da Orecchio acerbo?
Si stratta di un libro senza parole, quadrato, straniante, in cui accadono cose eccezionali…credo il titolo dipenda anche dal fatto che all’interno della casa in cui il protagonista capita malauguratamente è tutto pieno di quadri…
Non sono tuttavia quadri come siamo soliti pensarli: sono quadri che si animano, che raccontano la storia del protagonista nel momento in cui essa accade…
Siamo di fatto, o almeno io l’ho vissuta così, dentro la casa di Psyco: sembra proprio quella e a giudicare da ciò che vi accade effettivamente una casa proprio “normale” non deve essere.

La vita lì dentro è una vita in immagine, simulacro. Sembra in qualche modo di stare nella caverna platonica in cui vediamo il simulacro di ciò che accade fuori. Immagini in movimento che cambiano a seconda dei pensieri e dei movimenti del protagonista.
Non solo cambiano i quadri (scappa un pappagallo dalla sua gabbia nel quadro, sce fuori una tigre da un altro quadro, la candela brucia davvero…) ma cambiano anche i titoli dei quadri!
Il quadro che si trova adavanti il protagonista al suo ingresso, ad esempio, ritrae la sua macchina in panne e la casa sulla collina in cui si trova dentro, e il titolo è “self portrait”, quale altro mai avrebbe potuto essere!
Gli occhi sbarrati dei quadri sono gli occhi sbarrati del protagonista che deve essere capitato, o mal capitato forse è meglio, dentro se stesso, dentro il museo di se stesso. Roba effettivamente di cui avere paura e soprattutto da non far vedere mai al proprio psicanalista!
C’è da domandarsi quali quadri troverebbe nel museum un altro protagonista…un lettore, ad esempio…
Le tavole, singole e quadrate, senza una sola parola, riproducono rimaneggiandoli i quadri di Hopper e giocano con i rimandi e le atmosfere che l’opera di questo artista costruisce ed ispira.
Davvero la prima cosa che viene in mente è il film di Hirchcock che con Hopper ha un debito dichiarato. Sarà anche per questo che il libro è stato insignito del Bologna Ragazzi Award 2020 Cinema Special Cathegory in quest’anno in cui la fiera del libro sarebbe dovuta esser dedicata al cinema e che invece salterà per via della pandemia.
Tra i vari libri usciti in questo anno sul cinema, usciti ovviamente ad hoc per le celebrazioni dell’invenzione del cinema, Museum è sicuramente quello più particolare… non avendo inteso essere un film sul cinema è riuscito però ad essere un libro cinematografico in cui il piano sequenza interno alla casa e la costruzione ritmica davvero richiamano l’arte delle immagini in movimento.
Ma Museum è un albo in cui trovare spunto per tutto ciò che volete e soprattutto per trovare ciò che non stavate cercando.
Lasciate che, al di là delle potenzialità didattiche, dei riferimenti e richiami artistici e cinematografici ecc, i ragazzi e i bambini ci si perdano dentro alla scoperta del sorprendente, dello straniante, perché se c’è un luogo in cui la sorpresa è ancora possibile quello è ancora il luogo delle storie.