Poemario di campo
Venerdì, come ogni giorno in realtà, il pensiero è fisso all’ambiente, al nostro Pianeta che in questi giorni, grazie o a causa della pandemia che ha colpito l’umanità sta finalmente respirando dimostrandoci, ancora una volta, quanto e come la nostra impronta faccia la differenza.
E mentre la primavera sboccia, seppure non ci è dato di vederla dal vivo, possiamo ricordarla, immaginarla, conoscerla e pensarla con dei libri, alcuni di questi sono eccezionali, alla lettera: fuori dall’ordinario.
Lo è senz’altro Poemario di campo di Alonso Palacios e Leticia Ruifernandez con la traduzione di Francesca Lazzarato edito da Orecchio Acerbo.
Si tratta di un libro che non lascio mai a casa e non dimentico mai negli incontri, sia che si tratti di incontri sulla poesia e la letteratura per ragazzi sia che si tratti di divulgazione scientifica.
Sì perchè la straordinarietà di questo libro è proprio quella di trovarsi in perfetto equilibrio a cavallo di linguaggi che solo in un’ottica ottusa possono sembrare diversi e distanti: perché non narrare in poesia la natura, i fiori e le piante e gli animali di campo e perché poi allo stesso tempo, nello stesso libro non fornire indicazioni scientifiche delle stesse?
La poesia che si ispira alla natura esiste da sempre e i poeti antichi e meno antichi si preoccupavano di avere ogni informazione scientifica reperibile sull’argomento… mi viene in mente, così su due piedi, L’asfodelo poesia di D’Annunzio o anche i tanti componimenti che da Virgilio in poi sono stati dedicati alle tamerici.
Le piante e i piccoli animali di campo abitano da sempre il nostro paesaggio reale e poetico e quando questi due mondi si incontrano e si parlano viene fuori davvero il meglio delle possibilità umane: la cura, l’estetica, l’etica.
Tutto si tiene in una concezione di ambiente, di natura che include l’umanità senza alcun primato se non quello della creazione poetica e letteraria. Un primato buono che ci permette di conoscere meglio il nostro mondo e di difenderlo e rispettarlo.
Alle pagine oblunghe dedicato ciascuna ad una pianta o piccolo animale di campo in cui la poesia compare sia nella traduzione italiana che nell’originale spagnolo; seguono in fondo delle pagine in cui ogni elemento messo in poesia viene scientificamente identificato col nome scientifico e tutto ciò che segue.
Si tratta di un’edizione estremamente raffinata a cominciare dal rivestimento che copra la copertina bianca in altorilievo, dalle illustrazioni ad acquerello.
Un libro che credo poco si trovi nelle scuole e che invece darebbe 3 marce in più alla didattica di ogni materia possibile immaginabile, non foss’altro perché suggerisce la possibilità di trascedere gli schemi didattici, gli stereotipi e i pregiudizi che avvolgono anche le materie e le forme di comunicazione.