La cura del ghiro

In questi giorni, in queste settimane, mi sento vicino allo stato d’animo del ghiro protagonista dell’albo illustrato di Antonella Capetti e Silvia Molteni edito da Edizioni Corsare.

La sstoria è circolare come sempre sono le storie legate alle stagioni: il ghiro si appresta a prepararsi per l’inverno ma le provviste che fa non sono quelle per sfamarsi nei mesi del letargo (ci saranno anche quelle ma non in questa storia) bensì quelle per mantenere vivo il ricordi di un’amica:di quell’allodola di cui non sappiamo e non sapremo nulla ma di cui ci basta sapere esser stata di grande importanza per il nostro ghiro.

Finito l’inverno il ghiro si accorge che quelle piccole cose (un sasso, una piuma e poco altro), quei piccoli correlativi oggettivi dell’amica allodola non servono più: il ghiro è felice perché ricorda ma è anche triste perché ricorda!

Altro che lontano dagli occhi lontano dal cuore!

La primavera avanza e per il ghiro si aprono nuove possibilità per ricordare la vita passata, ma anche per ci vivere con pienezza quella presente!

L’allodola non ritornerà, o almeno per il momento non lo farà, però un nuovo amico fa capolino, una nuova possibilità di felicità si schiude per il ghiro.

Un racconto lieve, una metafora semplice e diretta ma non banale né semplificata che parla lo stesso linguaggio emotivo dei bambini che Antonella Capetti frequenta da lungo tempo.

Mi pare che La cura del ghiro sia la testimonianza di un dono reciproco: quello che impariamo dai piccoli del loro dare senso ad ogni cosa e la cura che possiamo restituire loro nel narrare e scrivere e illustrare, chi ne è capace, storie a loro misura in cui identificarsi con empatia ed emozione.

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