Plasticus maritimus. Una specie invasiva
La plastica non è una specie vivente e tuttavia, data la sua presenza, quantità ed invasività nei nostri mari (e nella nostra vita) forse è il caso di iniziare a trattarla alla stregua di una specie da conoscere, NON difendere e combattere e forse per far questo ci vuole un manuale dedicato a questa specie!
Questo si propone di essere Plasticus maritimus. Una specie invasiva di Ana PegoIsabel Meinhós Martins e Bernardo Carvalho finalmente portato in Italia Topipittori mentre da anni lo ammiravo nel catalogo di Planeta Tangerina.
Il libro è infaffi un manuale dedicato alla specie plastica marittima, una specie che, come ci dice subito in apertura, non esiste…. ma esiste.
Una specie che addirittura sembra avere una stagionalità, a giudicare dai diversi tipi di oggetti che le spiagge restituiscono e che il mare trasporta nolente.
Come già sperimentato nel bellissimo La fuori, sempre nato da Planeta Tangerina e poi portato in Italia da Mondadori, il manuale ci accompagna passo passo, persino a fare la pipì, prima di uscire ed andare ad esplorare e ripulire la spiaggia.
Plasticus Maritimus, il nome è latino come si conviene ai nomi scientifici delle specie, è al tempo stesso un manuale per l’esploratore ed una guida in cui annotare e segnare.
Abbiamo già proposto bei libri dedicati alla plastica in questa rubrica Friday For Future e tuttavia questo ha una specificità tutta sua: per tipologia, organizzazione e approfondimento dei contenuti è dedicato ad un pubblico più grande.
Questo è un libro scientifico per ragazzi, un libro che può essere studiato o consultato o interrogato a seconda delle necessità. Un libro che sarebbe proprio il caso di tenere molto ben presente anche a scuola e non solo per lavorare sull’ambiente la plastica ecc, ma anche per avere un modello d’eccezione, ad esempio, per la progettazione e scrittura di libri e testi di divulgazione.
Davvero eccezionale la raccolta di foto con le collezioni degli oggetti ritrovati dall’artista!
Ana perchè chiami “tesori” i rifiuti che trovi?
Eh, bella domanda! I rifiuti sono rifiuti, certo. E quando hanno un impatto sull’ambiente, è chiaro che non sono affatto un tesoro. Ma ho scoperto che alcuni rifiuti possono essere interessanti perché sono rari, perché raccontano storie, perché possono persino aiutarci a capire nuove cose sui mari, le correnti, l’erosione e le sostanze inquinanti. E’ per questo (e solo in questo senso) che, a volte, uso questa parola.
Per le foto ringrazio Laura di Mammachilegge che mi è corsa in aiuto quando mi sono resa conto che non avevo in casa il libro durante questa domiciliazione forzata!