Questo è il MIO albero di Olivier Tallec

Questo è il MIO libro, uno dei MIEI preferiti di Tallec che resta e si conferma uno dei MIEI autori preferiti!

Ma vorrei che questo diventasse anche uno dei VOSTRI albi del cuore che venga letto da più bambini e bambine possibile dalle scuole dell’infanzia in su e forse pure in giù!

Oggi esce Questo è il mio albero di Olivier Tallec edito da Clichy, l’ennesimo albo riuscito di questo autore da non perdere mai d’occhio!!

Il protagonista è uno scoiattolo che adora il suo albero, sì è proprio il SUO albero che fa le SUE pigne se solo lui può godersi e all’ombra del quale solo lui può rifocillarsi. Certo, il dubbio ad un certo punto lo assale: qualcun’altro potrebbe pensare che quell’albero potrebbe essere anche suo, che l’ombra e le pigne possono essere sufficienti per tanti altri animali…

Quindi?

Quindi è facile: questo scoiattolo deve avere un pizzichino di DNA umano nel sangue: basta costruire un cancello per definire la proprietà, oppure uno steccato o…meglio ancora, un muro!!

Un muro sufficientemente alto da non poter essere scavalcato, e sufficientemente lungo da non poter essere aggirato, diciamo lungo fino a quando non incontra un altro muro…

Dai, non ditemi che questa Storia, non la S maiuscola non l’avete mai sentita da nessuna parte! Io ho anche pensato, a questo punto, restando nel mondo degli albi illustrati che tanto è migliore del mondo reale, a L’isola di Armin Greder edito da Orecchio Acerbo. Certo lì siamo in altro contesto ed altra età di riferimento o almeno altro stile e la speranza non di un cambio di prospettiva non esiste.

Qui Tallec invece allo scoiattolo fa venire li dubbio: e se fuori dal muro ci fosse un albero più grande, più bello e con pigne migliori del suo??

Prende la scala e sbircia dall’altra parte e l’albo si chiude senza parole, perché non servono, sul paesaggio di un bellissimo bosco di scoiattoli indaffarati a raccogliere e spostare pigne da tanti alberi tutti insieme…

A questo punto al lettore bambino la domanda sorge spontanea: ma il muro era reale o immaginario? Cioè lo scoiattolo capisce cosa potrebbe accadere prima o dopo aver costruito il muro?

Non lo sapremo mai, siamo in una soggettiva del tutto interna, noi siamo lo scoiattolo, vediamo ciò che vede lui e che questo sia nella sua mente o nella realtà direi che a questo punto poco importa.

Ciò che importa è la conclusione e la straordinaria meravigliosa presenza e forza delle illustrazioni che nel dar vita al pensiero egocentrico ed egoista dello scoiattolo riescono a scatenare tutta l’ironia di cui un segno è capace.

Il tema del MIO e di ciò che si può perdere nella condivisione è il tema che dà il là a quell’eccezionale narrazione che è Lupo e lupetto illustrata dallo stesso Tallec e scritta da Brun-Cosme. Evidentemente è qualcosa su cui vale la pena lavorare, con la narrazione, probabilmente oggi più che mai e non solo perché tutti i bambini attraversano una sacrosanta e giusta fase di egocentrismo che poi deve essere superata con la crescita, ma perché questa è anche la malattia della nostra epoca e dell’età adulta che evidentemente si è bloccata nella sua crescita.

Qui a Venezia, dove io abito, in una calle vicino a casa mia, c’è un ragazzo bravissimo che costruisce remi e forcole e nella sua vetrina da cui si vede il suo bellissimo laboratorio c’è un mattone con scritta sopra una citazione di Italo Calvino che io guardo ogni giorno e che ho impresso nella mia mente e che credo possa sintetizzare un buon consiglio che potremmo dare a quello scoiattolo dopo che ci saremo liberati dall’immedesimazione:

Se alzi un muro pensa a quello che lasci fuori.

Il barone rampante, Italo Calvino.
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