Gli zoccoli delle castagne
C’è stato un tempo in cui i bambini lavoravano con e come, se non di più, degli adulti. Questo tempo non è poi così lontano anche se la memoria ci inganna o si impegna a metterci al riparo dai brutti ricordi.
Gli zoccoli delle castagne di Barbara Ferraro e Sonia Maria Luce Possentini edito da Read Red Road è stato pensato apposta per ricordarcelo.
La storia è presto detta: il narratore ci racconta di Lina, una bambina che con la sua famiglia di contadini sottoposti alla alla volontà del padrone, vive il proprio tempo sulle stagioni, e scopre che il tempo scorre, sulla propria pelle, l’anno in cui, nel tempo delle castagne, il lavoro diventa, anche per lei, sempre più duro.
La famiglia si sposta là dove crescono le castagne per raccoglierle e produrre ciò che serve al padrone: castagne, farina ecc. Il clima, l’età, il dolore dei ricci da raccogliere e da aprire, non riescono a fare nessuna differenza per i poveri che subiscono una sola volontà: quella esterna alla loro e che governa, con il compenso in cibo e poco, pochissimo, denaro, la vita e la morte.
La narrazione in terza persona mette il lettore un po’ al riparo, lo sappiamo, da quel potere di immedesimazione che la letteratura sa produrre ma che in alcune situazioni dolorose è meglio che non riveli in tutta la sua potenza.
Chi vorrebbe essere Lina? Chi oggi si sentirebbe come Lina?
Beh, in molti Paesi del mondo di Line ce ne sono ancora tante e qualche volta anche qui nella nostra civilissima, si fa per dire, Italia, tra i bambini migranti ci sono delle Lina a cui, mutatis mutandis, viene negata l’essenza dell’infanzia. E questo è bene che qualcuno ce lo racconti e l’autrice riesce anche a mettere in scena attimi di spensieratezza e gioia condivisa dalla comunità che si fa forza della propria unione nella misera condizione piena però di umanità.
Ma la forza più grande della narrazione credo venga dalle illustrazioni di Sonia MariaLuce Possentini che intervallano il racconto, lungo, con dettagli e soprattutto con pagine di illustrazioni eccezionali in cui il taglio prospettico riesce davvero a farci immergere in un mondo.
Ogni capitolo si apre un una piccola illustrazione di un dettaglio significativo della narrazione del capitolo stesso e poi arrivano questi squarci di vita a cui l’illustrazione restituisce una potenza di verità che fanno proprio la differenza del libro portandoci nella umanità della realtà povera e contadina che così tanto ha contraddistinto una buona parte della storia del nostro Paese, e che temo nessuno racconti ai nostri ragazzi e ragazze.