“Porcheria” di Arthur Geisert
Che i maiali siano animali sporchi lo sanno tutti, è cosa nota e arcinota.
Che il nome porco sia il nome poco gentile riservato a queste bestie e poi per antonomasia a tutti coloro che sono sporchi è cosa ugualmente nota così come, infine, che una porcheria sia qualcosa di davvero schifoso, peggio che sporca, direi, indegna del genere….umano perché, per derivazione, degna del genere porco (l’animale s’intende).
Porcheria Arthur Geisert, edito da Orecchio Acerbo, è un albo illustrato che, senza parole, non racconta ma proprio mette in scena una vera porcheria!

Come da copione i piccoli maiali si strasporcano con colori e fango, non vi preoccupate, sembra tutto nella norma, le prime tavole sono come ce le si aspetta di diritto: piccoli porcelli sporchi e felici che ci fanno sorridere e ci confermano nelle nostre convinzioni.

Pochi tuttavia sanno che i maiali, o porci che dir si voglia, sono animali pulitissimi e che se si rotolano nel fango è per cercare ristoro in un acqua che quei porci (per davvero) di umani non mettono loro a disposizione pulita.
Ma fortunatamente questo libro non è scritto dalla parte degli uomini ma dalla parte dei maiali e Arthur Geisert mette perfettamente in scena l’ingegnosissimo, avanguardistico e perfetto sistema di lavaggio

risciacquo…

e asciugatura
che le famiglie maiali hanno approntato per permettere il divertimento sfrenato (e sporco) ai loro piccoli e poi riportarli alla loro natura ed esigenza di pulizia
(Meno male che la stiratura è diavoleria tutta umana)

Il congegno per l’intero processo di prelievo, lavaggio, risciacquo e asciugatura per mezzo della stenditura con le mollette è curato nei minimi dettagli, ci sono pinze per spostare i maialini, termometri per verificare che l’acqua sia calda al punto giusto, soffioni di doccia che sembrano capsule per astronauti. Il tutto ambientato in uno spazio e tempo non facilmente definibili, sembra di stare in una periferia anni Sessanta ma con un livello di automazione davvero ammirevole.
Porcheria è un albo che più che essere senza parole, lascia senza parole. E non solo e non tanto per ciò che accade nelle tavole – con una minuzia e dovizia di particolari in cui potersi perdere per ore – ma perché senza far rumore (tolto quello delle macchine di lavaggio e delle risa dei bambini che possiamo tranquillamente sentire avendo un pochino di orecchio acerbo) mette il lettore di fronte al sistematico e direi meccanico smontaggio di ogni sorta di pregiudizio, stereotipo e luogo comune rispetto ai maiali… E chissà che non ci venga il dubbio che se così è per i maiali può esserlo anche per altri soggetti, i più vari, rispetto ai quali esercitiamo costantemente i peggiori stereotipi.
Porcheria è una grande, organizzatissima, lavanderia del pregiudizio in cui far con cura passare e ripassare i piccoli e giovani lettori assicurandosi che ne escano divertiti e più umani, o forse sarebbe il caso di dire, data la situazione, più porcelli.