Che cos’è un fiume
Forse, anzi sicuramente, sarò io con la mia scarsa cultura, ma se c’è un ecosistema che faccio fatica ad inquadrare e considerare quando penso all’ambiente naturale e alla sua protezione, quello è il fiume…
Eppure vivo in una città lagunare in cui una volta, prima dell’intervento umano, sfociavano diversi fiumi che rendevano la laguna dolce, mentre oggi è ormai quasi del tutto salata, il suo ecosistema completamente modificato e quel che ne resta a rischio grazie alle follie dell’uomo, che tutto è eccetto l’animale razionale che credeva Platone.
L’albo Che cos’è un fiume di Monika Vaicenaviciene edito da Topipittori, premiato del World Illustration Awards; selezionato alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna e vincitore di molti altri premi, mi ha innamorata, da ogni punto di vista.
Da un lato facendomi aprire lo sguardo e il pensiero al mondo straordinario dell’ecosistema del fiume, ma soprattutto nel confermare la possibilità di fare divulgazione scientifica di altissimo livello usando la comunicazione narrativa e l’estetica. E l’estetica non mi stancherò mai di sostenerlo, è etica e lo è ancora di più quando riguarda il rispetto verso il mondo che abitiamo.
Il superPiNO Che cos’è un fiume si apre con una narrazione, o forse, ancora più semplicemente, con una domanda che resta in sordina a fare da filo conduttore del libro: una bambina raggiunge la sua nonna sul bordo di un fiume e le domanda che cosa sia un fiume.
Da qui prende le mosse la narrazione della nonna che in sé porta tutto ciò che deve tanto di componente narrativa quando scientifica.
Ogni doppia pagina, ovvero ogni doppia tavola, si apre con una definizione diversa del fiume ma la prima mi pare la più significativa:
Un fiume è un filo

Non l’avevo mai pensato così però la suggestione è grande, pensare al fiume come un filo che collega tutta l’acqua del mondo nelle sue varie parti e tiene insieme Paesi e ecosistemi diversi fino a buttarsi nei mari in cui sopravvive nelle correnti. Ma anche in filo tra persone che vi si affacciano per vari motivi, ed anche il filo della trama della memoria, che sembra il fiume trasportare. Una suggestione che mi ha riportate alla mentre altre immagini del film di Olmi ambientato sul fiume, I Centochiodi.

Pagina dopo pagina incontriamo gli animali del fiume, ma anche le diverse geografie, le culture che vi crescono attorno… I fiumi sembrano davvero innevate il mondo portando legami insieme all’acqua, e storia, naturalmente, come tutte le antiche civiltà ci insegnano.

Che cos’è un fiume è un’occasione bella nel senso pieno del termine, prima ancora che utile – come credo dovrebbe essere – per narrare ciò che ci circonda, per conoscere e salvaguardare questo Pianeta che così incoscientemente ci prendiamo la briga di devastare.
Facciamo che iniziamo a portare libri come questo a scuola?
Facciamo che giochiamo a cercare definizioni e suggestioni che leghino la storia, la geografia, gli ecosistemi e i nostri bambini e ragazzi che non sono spettatori ma lettori e cittadini di questo mondo?
