Adelaide e la seconda vita dei libri ovvero le riedizioni
Oggi esce per i tipi della casa editrice Lupoguido Adelaide. Il canguro volante di Tomi Ungerer, un libro che fino a pochi anni fa era disponibile nel catalogo della casa editrice Donzelli e che ora torna in libreria con una nuova veste. La stessa cosa, ovvero la riedizione di un titolo che era già uscito per altra casa editrice era accaduto per Crictor. Il serpente buono.
Questa nuova edizione, posto che ci troviamo davanti in entrambi i casi a libri curatissimi sin dalla scelta della carta, mi dà l’occasione di fare qualche pensiero riguardo la seconda, o terza ecc., vita dei libri, ovvero le riedizioni.
Cominciamo da un caso come quello di Adelaide, la nuova edizione è dovuta all’acquisto dei diritti d’autore di quel libro da parte di una nuova casa editrice che può decidere di cambiarne la veste grafica e che si appresta a dare al testo, non italiano di origine, una nuova traduzione.
Ecco quindi già una cosa fondamentale da tenere presente quando ci troviamo ad una nuova edizione di un libro il cui originale non è nella nostra lingua: la traduzione.
Qui di seguito il caso della stessa pagina di Adelaide in entrambe le edizioni.
Bisognerebbe avere tra le mani l’originale per comprendere quale delle due è più fedele letteralmente e tuttavia potremmo comunque domandarci se quella più fedele alla lingua d’origine sia altrettanto efficace in quella di traduzione. Alcuni interventi infatti vengono fatti per avvicinare il testo al lettore del Paese in cui viene tradotto oppure per adattare la lingua ai tempi che corrono…. Ma sulla traduzione, che è sempre interpretazione, qualcuno dice anche tradimento, ci sarebbe un lungo discorso da fare e vi consiglio in proposito il bellissimo contributo di Anna Patrucco Becchi per la rivista Hamelin 47 intitolato Le parole perdute. Riflessioni su scrittura, traduzione e lessicografia.
Ricordo solo en passant il “caso” che ha suscitato pochi anni fa la riedizione de Nel paese dei mostri selvaggi di Sendak da parte di Adelphi in cui la traduttrice Lisa Topi, restando più vicina all’originale e soprattutto dovendo lavorare ad una traduzione originale non usò il termine di “ridda selvaggia” che invece la traduzione del poeta La Porta aveva voluto per la prima edizione e che però aveva più l’aria di una licenza poetica che di una traduzione vera e propria.
Ma le riedizioni riguardano molteplici aspetti del libro: la copertina, la grafica ed il formato innanzitutto, oltre, appunto, alla traduzione.
E, si badi bene, queste varianti possono verificarsi sia che il libro venga riedito da una nuova casa editrice, sia che sia riedito in nuovo formato dalla medesima casa editrice. Un esempio?
Mi ha sempre colpito moltissimo il titolo di un libro di Mario Ramos: Fuoco a scuola edito da Babalibri in forma di albo illustrato qualche anno fa. Mi sono spesso chiesta se quel libro fosse adatto, a cosa poi non lo saprei nemmeno dire… ma ecco, quel libro adesso è riproposto oggi dalla medesima casa editrice nella collana Superbaba, quindi in formato tascabile in brossura, con un titolo diverso… Come va la scuola?
Une medesima casa editrice può anche optare per diverse edizioni della stessa opera per cambiare il formato, magari per renderlo più economico e lo stiamo vedendo sempre più in questi anni nelle collane piccole in brossura che ripropongono versioni di grandi albi illustrati. Ma questo processo fa parte dell’editoria sin dalla sua nascita e sempre esisterà: la possibilità di avere lo stesso libro in più versioni per andare incontro a diverse esigenze di mercato e non solo economiche ma anche, ad esempio, di target… vedi il caso dei libri che hanno (più all’estero che in Italia a dire la verità) il doppio formato nella versione “per adulti” e per “ragazzi” o “young adults che dir si voglia”.
Una nuova edizione da parte di una nuova casa editrice è spesso l’occasione di riportare alla luce vecchi gioielli, libri andati perduti perché usciti dai cataloghi delle case editrici originali e mai più riproposti e per chi sostiene che la letteratura per l’infanzia non è degna della Letteratura con la L maiuscola, anche perché priva di ricerca filologica, direi che lo studio delle varianti tra edizioni e tra di esse e l’originale ed ancora prima tra le prime edizioni e le bozze d’autore può davvero essere un esercizio interessante per scoprire come nasce un testo letterario e… come continua a vivere nel tempo, talvolta mutando di forma.