Il mio amico Jim di Kitty Crowther
Care teste fiorite,
in questi giorni riprende la scuola per studenti, grandi e piccoli; da qui si parte per capire cosa accadrà di questo anno scolastico che già si annuncia unico, speriamo anche nel bene!
Ho scelto quindi un albo che mi pareva in consonanza emotiva con questo inizio, per entrare in empatia con una situazione nuova in cui si può essere, o sentirsi, accolti o respinti…
Per questo ho scelto un albo che esce nelle librerie proprio in questi giorni, pronto ad accompagnare il nuovo anno scolastico e firmato da un nome, anzi da due nomi (penso alla traduttrice) d’eccezione: ecco a voi Il mio amico Jim di Kitty Chrowther con la traduzione di Chiara Carminati, edito da Marameo edizioni.
Jim è un gabbiano che su uno scoglio incontra Jack, un merlo. Non c’è molto da dire o da fare molto altro se non invitare il nuovo amico a casa e si apprestano al volo insieme per arrivare a casa di Jim.
L’arrivo in volo va bene ma l’accoglienza è più che fredda, direi ostile. Che c’entri che il merlo è nero o meno il popolo dei gabbiani si rifiuta di essere quanto meno gentile col nuovo arrivato… una storia vecchia come il mondo, direi…non ci pare?
Jack vuole tornarsene a casa propria sulla terra ferma ma Jim non ci pensa nemmeno, decide di ignorare i propri simili e costruire una relazione profonda di amicizia col merlo che ha molte doti ancora da scoprire,
Ad esempio, il merlo sa leggere e quando scopre che Jim ha tanti libri che non sa leggere e che può allietare le serate in compagnia di una storia, anche la storia del libri prende una nuova piega.
Le donne e i bambini iniziano ad avvicinarsi la sera alla casa di Jim e da fuori alla finestra orecchiano le storie che Jack legge. La voce si sparge e mitiga gli animi, avvicina, calma le paure e fa avvicinare i bianchi gabbiani diffidenti al nero merlo.
Che Jack si fermi o meno a lungo sull’isola dei gabbiani non è dato saperlo ma sappiamo che le storie buffe svolteranno la storia di questa relazione iniziata male e che i piccoli di gabbiano con buona probabilità impareranno o a leggere grazie al merlo che diventa una vera risorsa per la comunità.
Ogni comunità, per piccola che sia, si definisce in base ad un’identità che sente di attribuirsi, con un processo del tutto inconscio e non volontario, evidentemente. Questa identità spesso si definisce, se non trova modi e forme migliori e più proficue, in base alla differenza e questo porta a diffidare di ogni elemento esterno. La metafora del gabbiano e del merlo è una delle tante per raccontare una storia che vediamo ripetere ogni giorno, in ogni parte del mondo e persino in ogni scuola. La differenza è che i libri come questo, Kitty Crowther davvero una delle più grandi autrici, trovano la leva lieve delle storie, la capacità delle illustrazioni e del ritmo narrativo per mettere in scena anche le cose più complesse in termini adatti al proprio lettore. Le illustrazioni sono piccole e racchiuse in piccoli ovali che ci aiutano a seguire la logica narrativa, la narrazione in terza persona ci tiene distanti quel giusto che permette al lettore di porsi come osservatore esterno, come il narratore, o di prendere via via le parti dei diversi personaggi. Impagabili le espressioni perplesse dei gabbiani all’arrivo di Jack!
Ultima annotazione la merita secondo me il titolo che è Il mio amico Jim non Il mio amico Jack e quindi assume il punto di vista interno del merlo, è Jack che accetta di avere per amico Jim (e viceversa naturalmente) ma mi pare che l’accento sia posto su chi può essere potenzialmente oggetto di sospetto ed esclusione.
Spero Jack e Jim aiutino a raccontare belle storie in classe, anche, se non soprattutto, storie buffe perché ridere insieme è uno straordinario modo per abbassare le difese ed aprirci al compagno, o al prossimo chiunque esso o essa sia!