Lupa bianca lupo nero
Ed eccolo qui, l’ultimo romanzo di Marie-Aude Murail.
Permettetemi di essere un pochino enfatica per piacere.
Ecco qui l’ultimo bellissimo romanzo della eccezionale Marie-Aude Murail: Lupa bianca lupo nero (Saveur e figlio1) edito, come la maggior parte degli altri suoi, da Giunti.
Come ci avvisa il sottotitolo non solo questo è un romanzo che ruota attorno a 2 personaggi principali, un adulto ed un figlio, ma è anche il primo di una serie. Non serve dire che chi ben comincia è a metà dell’opera, se questo è l’esordio della serie speriamo che gli altri siano anche solo alla metà dell’altezza ed avremo l’ennesimo gioiello scritto dalla Murail.
La scrittura della Murail non si smentisce ma si amplifica, il respiro che la narrazione è un respiro a pieni polmoni, pronto a tirare fuori tutta l’aria che c’è in corpo per dare fiato alle proprie creature.
Un narratore onnisciente a cui dobbiamo non solo le frequenti ed ironicissime battute di spirito che ci danno squarci precisi per definire personaggi anche collaterali che potrebbero sembrare appena abbozzati; ma anche la possibilità di seguire tutto dall’alto limitando quell’effetto di impersonificazione con un personaggio od un altro che molto giova e aiuta il lettore in una lettura come questa potenzialmente piuttosto angosciante.
Saveur (Salvatore, i nomi nei romanzi della Murail sono sempre più che significativi) è uno psicologo di colore di 40 anni e bella presenza, di origini antillane, padre single di Lazare (anche qui non ci sfugga il nome che non è quello di una stazione metropolitana come dice la baby sitter razzista del bambino mulatto, bensì il nome di colui che visse due volte). La specializzazione di Saveur è in psicologia rivolta ad adolescenti, bambini e famiglie ed incontra situazioni tali che Dio solo sa se ci sia bisogno di un salvatore! Dalla ragazza, il primo caso con cui si apre il romanzo, che si scarifica; alle sorelle di genitori separati in cui la madre ha una nuova compagna omosessuale; al ragazzo con la madre depressa psichiatrica; al bambino abusato dal compagno della madre… La Murail non ce ne risparmia una… e non la risparmia a Lazare che da dietro la porta che separa lo studio dalla casa e che mal si chiude, ascolta e segue tutte le vite dei giovani pazienti del padre. Conosce termini scientifici per definire ogni tipo di psicosi adolescenziale e ogni tipo di infamia gli adulti possano perpetrare a danno dei più piccoli. Ma nulla sa della propria, di storia. Nulla della sua mamma, nulla delle sue origini, talvolta fatica a ritrovarsi in un contesto in cui la sua pelle non bianca e non nera può ancora creare diffidenza.
Del resto il titolo del romanzo viene da una storia inventata da Lazare a scuola in cui una lupa bianca incontra un lupo nero e ne nasce un lupo grigio… il titolo non dice quanto e cosa questo piccolo lupo grigio e il suo papà nero possano subire per il proprio colore o la propria origine.
Ai casi clinici curati da Saveur, uomo di spalle larghe almeno quanto di gran cuore, si accostano i rischi e i pericoli di una storia che si vuole tacere ma che porta con sè pericoli e porta Lazare, ancora una volta (la prima la scopriremo verso la fine del romanzo) a sopravvivere ad un attentato violento alla propria vita.
Passato e presente, razzismo e accoglienza, amore e odio, amore paterno e filiale, si intrecciano indissolubilmente come solo la Murail sa fare e tantissimi sono ancora i temi e i fili che potremmo trovare e decidere di seguire nel romanzo, persino quello scolastico (il dialogo tra Saveur e la maestra di Lazare meriterebbe di essere affisso nelle aule docenti di tutte le scuole) ma un intreccio è un intreccio e sicuramente non sarò io qui a dipanarlo in una trama che nulla ha del sapore originario della potenza di questa narrazione.
Spero solo 2 cose: 1) di avervi fatto venire una tale curiosità da correre a prendere il libro se ancora non lo avete letto; 2) che i prossimi volumi della saga Saveur e figlio escano presto!!