“Nodi al pettine”di Marie Aude Murail

Vi ricordate cosa desideravate di fare da ragazzi?

Vi ricordate quando vi è apparsa chiara la strada che avreste voluto intraprendere “da grandi”?

Certo non a tutti e non sempre accade di comprendersi così a fondo e così presto ed è per questo che alcune esperienze possono diventare inaspettatamente rivelatrici.

E’ questo che accade a Louis protagonista di Nodi al pettine romanzo di Marie-Aude Murail edito da Giunti. Louis deve fare uno stage e decide, lui figlio di un rinomato chirurgo, di intraprenderlo nel salone da parrucchieri dove un giorno accompagna la nonna.

Siamo in un romanzo della Murail e l’intreccio delle trame e delle vite dei vari personaggi secondari e comprimari è davvero difficile da districare qui in due righe e non avrebbe nemmeno senso. Dirò solamente, per rinfrancare le aspettative, che Louis troverà la sua strada proprio lì dentro ma pagherà per moltissima parte del romanzo uno scotto molto alto, a livello familiare, per questa sua scelta considerata indegna di tanto padre (la madre è una figura che tende a scomparire, come di fatto è per il padre…). Dalla scelta di Louis, prima nascosta poi rivendicata deriveranno molte implosioni ed esplosioni, dalla più vicina, quella familiare, alla più distante, quella dei colleghi che però di fatto diventano una famiglia per il reietti Louis. Implosioni ed esplosioni che, al contrario di quanto si tende ad immaginare, producono cambiamenti in meglio, non sono distruttive, a conti fatti, anzi sono rivoluzionarie in senso etimologico del termine. Rovesciano situazioni che però non erano affatto dritte come volevano apparire, erano proprio storte e con la rivoluzione, persino con il suo immancabile portato di violenza, si raddrizzano e indirizzano nel verso giusto.

Ad un corso con Aidan Chambers lui ebbe a dire, rispetto alla Murail per la quale porta grande ammirazione, che i romanzi dell’autrice francese sono sempre troppo carichi di temi, che c’è pure troppo lì dentro.

In Nodi al pettine non direi che sono troppi ma i temi che si intrecciano sono decisamente tanti, tutti perfettamente portati avanti da questa superba maestria da burattinaia che caratterizza la scrittura della Murail.

Non ho verificato il titolo originale, lo ammetto, ma mi piace molto questo italiano che gioca sul doppio senso del modo di dire e del mestiere scelto dal protagonista, chissà se suona nello stesso modo anche in francese.

Se non conoscete la Murail questo è un buon romanzo da cui partire, per chi invece ne è un appassionato forse troverà che questo non è il suo migliore, e gli darei ragione, ma un romanzo della Murail val sempre la lettura!

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