La taverna di mezzanotte: che ne dite di uno spuntino notturno?

La rubrica “Noccioline” esce l’ultimo martedì del mese ed è dedicata al fumetto e al graphic novel ed è a cura di Benedetta Morandini testa fiorita.

Questa settimana vi presento uno dei migliori fumetti che abbia letto in questi ultimi anni: La taverna di mezzanotte. Il titolo forse non vi suona nuovo, infatti già dal 2016 è disponibile su Netflix la serie Midnight Diner: Tokyo Stories tratta da questo manga. Bisogna invece ringraziare Bao Publishing per aver portato in Italia il fumetto inserendolo nella collana Aiken, tra l’altro in un’edizione davvero bella.

La trama è semplice ma secondo me già di per sé molto accattivante. La storia è completamente ambientata in questa taverna che apre solo dalle 24 alle 7 e in cui non vi è un vero menù: i clienti possono chiedere ciò che vogliono, se vi sono gli ingredienti necessari, sarà servito loro il piatto richiesto. Detto questo non dovrei nemmeno continuare la recensione, perché incuriosisce talmente tanto che a parer mio non c’è bisogno di altre informazioni per aver voglia di correre a recuperare questa lettura. Però a me piace chiacchierare, quindi proseguo un altro po’ con la mia recensione.

Ripensandoci forse sono un po’ di parte: un fumetto giapponese (che non ho mai nascosto essere la mia grande passione), che parla di cibo giapponese (gnam) e per di più di personaggi strani (cosa l’avrei presa a fare la laurea in psicologia se non mi piacessero personaggi fuori dagli schemi?). La peculiarità dell’orario e del menù della taverna infatti risultano essere un efficace espediente narrativo per costruire i clienti più assurdi.

Il manga è strutturato in capitoli autoconclusivi, ognuno dedicato ad un cliente e ad un piatto diverso. Le persone che visitano questa taverna sono lavoratori che finiscono il turno tardi o che hanno avuto il turno di notte e cercano un pasto caldo all’alba, ma anche persone che semplicemente passavano di là e sono rimaste incuriosite da questo locale. Le storie sono scorci sulle vite di questi personaggi, di cui a volte conosciamo tutta la storia, mentre altre volte solo il piatto preferito. Mano a mano che si prosegue con la lettura alcune persone diventano non più avventori estemporanei ma personaggi fissi che frequentano regolarmente il locale, prendendo parte alle storie che si sviluppano dopo la loro.

L’orario assurdo del locale permette anche ritmi diversi rispetto a quelli di un ristorante normale. Il clima infatti è tranquillo, il proprietario ha sempre tempo per scambiare una parola con i suoi clienti e coccolarli con i suoi piatti preparati ad hoc.
La struttura di questo tipo di locale giapponese è molto conviviale e incentiva l’interazione anche tra i vari clienti. Non vi sono tavolini, ma si mangia insieme al bancone, quindi i clienti abituali finiscono per conoscersi, fare amicizia e litigare tra di loro. Il contesto diventa quindi quasi familiare: per il cliente che arriva sempre la mattina viene tenuto un piatto da parte e se qualcuno sparisce per un po’, gli altri si preoccupano per la sua assenza.

A tutto questo si aggiunge un tratto semplice ma estremamente espressivo. I personaggi hanno tutti questi piccoli occhietti divertenti, ognuno ha una sua fisionomia, se vogliamo sono un po’ caricaturali rispetto al manga maistream a cui si è abituati. Questo dà sicuramente un valore aggiunto all’eccentricità di questo fumetto.
Gli unici dettagli disegnati in modo più particolareggiato sono sempre i cibi (preparatevi a farvi venire l’acquolina in bocca).

Che altro dire di questo manga? Beh, che per la mia gioia, è una serie, quindi finito questo volume non posso fare altro che passare in fumetteria e cercare i successivi. Il volume due è uscito di recente e l’ho già ordinato ovviamente!

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