Semplice la felicità

Immaginiamo di scoprire, il giorno del nostro diciottesimo compleanno, che siamo rimasti soli in casa. Che la mamma, unica presenza adulta e familiare abitante lo stesso domicilio, non c’è più. No, non è sparita nè è stata rapita ma ci ha deliberatamente lasciati…perché ormai siamo adulti.

Ora proviamo ad immaginare che il nostro cervello ed anche il nostro corpo non siano esattamente a tempo con il resto del mondo, che siano – come dice Chris, il protagonista di Semplice felicità di Jean-Francois Sénéchal edito da Giralangolo – in ritardo.

Bene. Adesso proviamo ad immaginare di dover mettere a fuoco, nonostante e con questo ritardo, ciò che sta avvenendo: l’abbandono, la vita da soli, il sospetto, la paura o forse sarebbe il caso di dire la certezza che tutto stia avvenendo per quel ritardo…

Il mondo crolla perché la mamma si vergogna di noi, del nostro modo di essere, del ritardo.

Cosa mai ci passerebbe per la testa e come faremmo mai a raccapezzarci in questa maledetta situazione vergognosa sì, ma non certo per noi, ce lo dice proprio Christopher che in prima persona ci racconta momento per momento il primo anno di vita da solo.

Chris è uno di cui ci si può fidare, la frase torna come un mantra nel romanzo a ricordarci che chi dice io, nonostante il ritardo mentale è affidabile al contrario di moltissime figure adulte che lo circondano e che con la loro velocità di pensiero ed azione sufficiente a definirli come “normali”. Fortunatamente Chris non solo è affidabile ma non è solo, la sua vita ruota attorno ad un luogo, il Boulvard di un paese frazione di Montreal in Canada (l’autore è canadese), ed in quel luogo persino i bulli iniziano a provare rispetto per questo adulto un po’ bambino che risulta a conti fatti molto più adulto di tanti altri.

Chris incontrerà in questo anno che vivremo con lui la perdita, la tristezza, la disperazione ma anche la speranza, la fiducia, la consapevolezza di sè e persino l’amore… E direi che il lettore può esser grato all’autore per averlo portato con sè dentro la mente di questo personaggio ben strutturato.

La focalizzazione interna facilita e consente una più immediata personificazione tra lettore e personaggio e che sia stata scelta in questo contesto in cui, con buona probabilità, i meccanismi mentali e anche la situazione del contesto del personaggio non corrispondono nemmeno lontanamente a quelli del lettore mi pare assai interessante.

Forse un leggerissimo distacco persiste tra lettore e protagonista ma la narrazione tiene, regge, ci intriga e ci porta a vedere dove arriverà questo uomo in ritardo rispetto al resto dell’umanità ma con il quale non è affatto difficile trovare punti di contatto nella propria esperienza di crescita. Chi cresce, chi da bambino diventa adulto, attraversa delle tappe, complesse per tutti qualunque sia la velocità di reazione emotiva ed intellettiva. Chris in questo ci aiuta e ci agevola… e ci accompagna.

Il titolo originale del libro era Boulevard in cui la dimensione spaziale in cui si costruisce e si crea l’identità di Chris è protagonista come di fatto è nella narrazione. Ogni volta che il personaggio esce dal suo luogo d’appartenenza accade qualcosa, avviene un cambiamento e non importa di che segno è questo cambiamento. Il luogo regna sovrano come coprotagonista della narrazione e mi pare questa componente si perda un pochino nel cambio di titolo che tuttavia forse in italiano non avrebbe reso come avrebbe dovuto ma mi pareva interessante segnalarlo. Sarei anche curiosa di vedere la lingua originale se ammetteva qualche scarto dalla norma linguistica che magari nella traduzione è andata persa ma tant’è. La collana di narrativa per adolescenti di Giralangolo continua a tenere, il romanzo Semplice le felicità è un buon romanzo da leggere e consigliare, non un romanzo a tema sulla disabilità e cose del genere che sono francamente ormai diventate intollerabili nella maggior parte dei casi, ma che con i potenti mezzi della narrazione fa bene il suo mestiere. Racconta una storia, a tempo…. grazie al suo protagonista in ritardo.

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