Mio amore di Beatrice Alemagna

Ecco qui, uscito da poco, atteso e che non delude mai, l’ultimo albo illustrato di Beatrice Alemagna, edito da Topipittori intitolato Mio amore e che sicuramente diventerà l’amore di molti piccoli lettori e lettrici.

Il protagonista è questa strana creatura fatta letteralmente di patchwork, pezzi di filo e di stoffa che compongono un essere che nessuno riconosce e che non SI riconosce.

Che si tratti di un’animale è l’unica cosa data per certa, poi però ad ognuno la propria interpretazione, se è vero che la bellezza, o qualunque cosa sia, è negli occhi di chi guarda, allora questo strano animale diventa di volta in volta un topo, un cane… a seconda di chi cerca la risposta.

Il nucleo infatti della costruzione narrativa del libro non sta nella risposta ma nella formulazione della domanda: quello che manda in crisi la ricerca d’identità del protagonista è la domanda “Tu chi sei?”

Lui non sa cosa o chi è, ed in fondo il libro domanda al lettore: è poi così importante sapersi definire in base a qualcosa di noto?

E se la definizione della propria identità fosse l’essere ciò che si è, e basta, qualunque cosa questo significhi?

Mi viene in mente, così vado per suggestioni, l’inizio di quella stupenda poesia di Elisabeth Browning

If thou must love me, let it be for nought

Except for love’s sake only

Su cosa sia poi l’amore in questo ed altri contesti potremmo discutere a lungo ma francamente mi chiedo se la questione abbia una qualche importanza al fine del godimento di questa storia dolcissima.

Se siete abituati o se vi eravate innamorati della Alemagna del Cicciapelliccia e Un gran giorno di Niente e Il disastrosissimo disastro di Arold Snipperpot qui potrete innamorarvi dell’ “altra Alemagna, quella del mondo dell pulcette e degli imperfetti.

Ci sono due Beatrice Alemagna? ci sono due poetiche?

No, forse ci sono stili che si richiamano, affinità elettive tra libri ed ispirazioni ma la poetica dell’Alemagna è sempre lì limpida e nitida… l’accoglienza di ciò che è diverso qualunque cosa questo significhi , la ricerca dell’identità propria ed altrui. Il tutto mediato da una cura e ricerca estetica, da un’interpretazione iconografica che apporta, supporta e amplifica l’etica narrativa.

Non so voi ma io non mi perderei un lavoro dell’Alemagna per niente al mondo!

E voi, non volete sapere chi è lo strano animale di questo bellissimo albo?

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