I gatti del Louvre: perdersi nell’arte

Nuovo anno, nuovo logo!

La rubrica “Noccioline” esce l’ultimo martedì del mese, è dedicata al fumetto e al graphic novel ed è a cura di Benedetta Morandini testa fiorita.

Inizia il nuovo anno e io mi rendo conto di non aver mai parlato di un libro di Taiyo Matsumoto, molto molto male. Primo, perché dovete conoscere questo autore (se non lo conoscete già); secondo perché ho in programma un’altra recensione in cui faccio riferimento ai suoi lavori, quindi direi che sarebbe bene che almeno vi avessi raccontato qualcosa.
Ma finiamola con le premesse, che sono già diventate abbastanza lunghe: oggi vi parlo de I gatti del Louvre di Taiyo Matsumotoedito da J-Pop.

Tanto per darvi un’idea: questa è una delle prime illustrazioni che incontrerete.
Immaginate il resto!

La prima cosa che mi viene in mente mentre leggo queste storie di gatti è: pensate a che immagine stereotipata e riduttiva si tenda ad avere del manga. Ognuno legge quello che gli pare eh, ma è bene ricordarsi che il fumetto in Giappone è ben oltre le serie di tankobon di Dragon Ball o di Bleach. Il manga spesso è immaginato come storie assurde di ragazzini con teste e occhi giganti, ma non è sempre così (sto cercando di fare uno sforzo incredibile per non ci tare per l’ennesima volta Jiro Taniguchi , ma alla fine l’ho fatto comunque).
Ora andrò a raccontarvi il perchè di questa sensazione.

Preparatevi a visitare il museo dopo la chiusura

Intanto il contesto è già di per sè interessante: il Louvre. Il museo francese noto in tutto il mondo pubblica ormai da anni in collaborazione con Futuropolis fumetti che abbiano come ambientazione il museo. Il primo che mi è capitato in mano anni fa a Bruxelles è I guardiani del Louvre di Jiro Taniguchi (l’ho citato di nuovo, è più forte di me). Vi sono tanti altri autori: per esempio Naoki Urasawa (autore di 20th Century boys, per dire una) o Nicolas de Clercy (autore di Prosopopus).

Il fumetto è pervaso di dettagli di quadre e opere d’arte

I gatti del Louvre a primissimo impatto mi ha ricordato il musical Cats. No, non hanno stampato un libro muiscale (anche se sarebbe divertente), ma è la caratterizzazione di protagonisti ad avermi ricordato lo spettacolo. I protagonisti sono infatti dei gatti, che agli occhi degli umani sono dei semplici animali, ma quando sono soli vengono rappresentati con sembianze antropomorfe.
Questi gatti vivono da generazioni in una soffitta del museo e da sempre i custodi se ne prendono segretamente cura.
In parallelo c’è la storia di una serie di protagonisti umani, i custodi e una guida.

Le vite dei gatti e degli altri protagonisti sono intrecciate, poichè entrambi legati da personaggi “stregati” dalla bellezza dei quadri, personaggi apparentemente incapaci di crescere e di interagire con gli altri.

Ecco quindi che il lettore potrà esplorare il Louvre da punti di vista inaspettati e segreti. Avrete modo di passeggiare sui tetti e vedere la città, oppure giocare sotto la luce della luna nei parchi circostanti insieme ai gatti. Ma anche visitare l’interno del museo di notte, senza turisti e caos, insieme agli umani.
Il fumetto è pervaso da un’atmosfera ovattata, in un misto di malinconia e stupore. Durante l’intera storia si oscilla, da un lato verso la celebrazione del fascino e del mistero delle opere d’arte esposte. Dall’altro verso la narrazione della mercificazione dell’arte, di come lo stupore di cui si parlava prima, spesso si perda in favore di soldi, social o mode.

Il confine tra realtà e fantasia diventa sempre più flebile mano a mano che la storia prosegue.

Questo libro non vi darà felicità, ma non vi sarà certo indifferente. Un aspetto che ritengo essere molto potente nella narrazione di Taiyo Matsumoto è proprio questo senso si velata malinconia in cui trasportano i suoi disegni, ma anche i suoi fumetti in generale. Anche il tratto è molto delicato e i personaggi paiono spesso avere uno sguardo perso e sognante, sempre un po’ triste. E’ capace di rendere i suoi libri dei lavori che a mio parere, potrebbero non piacere a tutti, ma che non possono lasciare indifferente nessuno.

Copertina dell’edizione Giapponese

I gatti del Louvre è un fumetto che vuole ricordarci di fermarci ogni tanto davanti ad un’opera d’arte, di stupirci: potrebbe avere molto più da raccontare di quanto non ci sia scritto sulla targhetta descrittiva. Allo stesso tempo anche che fuggire per sempre dai problemi della vita non è mai la scelta giusta, soprattutto non è la scelta giusta per poter crescere.

In chiusura merita una menzione l’edizione italiana di questo manga. Sono sempre contenta di trovare delle edizioni di manga così belli che non siano dei brossurati. In questo caso infatti abbiamo un bel, anzi due bei cartonati grandi. L’edizione è, a parer mio, molto curata ed è tutta a colori.
Spero di avervi invogliato a leggere questo fumetto davvero molto interessante e introspettivo.

Ah, ve lo avevo detto che in una vignetta compare Jiro Taniguchi? Giuro! non l’ho inventato per nominarlo ancora senza motivo (per la terza volta)! Ho fatto una foto apposta alla tavola per dimostrarvelo:

Visto???
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