Attenti al Ranocchio
Attenti al ranocchio di William Bee edito da Lupoguido con la traduzione di Gabriella Tonoli, è un libro a figure… divertente perché gioca sull’inatteso. Sembra una cosa e poi se ne rivela un’altra, o meglio… gioca ad essere se stesso e poi… conferma la sua logica solo che non è quella che saremmo aspettati.
Va bene, metto in ordine, scusate, stamattina sono un po’ ellittica e non va bene.
C’era una volta una vecchina molto paurosa che a guardia della sua casetta al limitare del bosco mise il suo bel ranocchio.

Ecco apparire dal bosco, uno dopo l’altro, per 3 volte (la famigerata ripetizione ternaria degna di ogni favola che si rispetti) 3 mostri di varia natura, uno più terribile dell’altro, che il ranocchio regolarmente si magna con un grandissimo GNAM!!!

La grafica segue e rafforza la narrazione e ci fa crescere nelle aspettative, sappiamo che gioco sta facendo il narratore, ci piace e lo seguiamo per capire se andrà a finire dove immaginiamo che andrà a finire.
Bene, il processo di rassicurazione del lettore è importante nella costruzione del ritmo narrativo. Però un buon libro sa che il lettore non va solo rassicurato ma che, se questo è il “gioco” letterario che ha scelto di fare”, va anche sorpreso e sbilanciato.
Ed infatti Attenti al ranocchio è un buon libro e queste cose le sa e le sa fare e ciò che pensavamo accadesse di fatto accade fino…alla penultima tavola. Il dulcis in fundo diventa una sorta di divertente ed inatteso venenum in cauda, la buona nonnina non sarà poi tanto buona, forse non sarà nemmeno più tanto nonnina…
Insomma il finale ve lo scoprite da voi se volete, sono sicura che vi divertirà!