Lampadina, Castiglioni in 2 sec.

Certi libri sanno lasciarti a bocca aperta. Il motivo per cui ci riescono può celarsi dietro il contenuto, dietro l’estetica dell’impianto iconografico, dietro la carta, persino dietro la sensualità del tatto e dell’odore. Ma sempre, per tutti, la meraviglia la provoca la forma (una vecchia questione, quella tra forma e contenuto su cui torno da tempo).

Lampadina. Castiglioni in 2 sec. di Giovanna Castiglioni e Sara Vivan edito da Corraini lascia a bocca aperta davvero per la sua rara forma di flip-book (i libri quelli che se li sfogliate velocemente solo col pollice sulla costa diventano cartoni animati) che si mescola in maniera insolita e originalissima a volontà divulgative insospettabili.

Ho voluto restituire, in due secondi, proprio una storia di Industrial Design.

[…]

Oggi lascio al lettore la libertà e il piacere di cogliere ciò che vuole in due secondi o poco più.

La protagonista di questo Flip book è Giovanna Castiglioni coordinatrice delle attività della Fondazione Castiglioni, messa in magico movimento da Sara Vivan. L’ambientazione è…. casa sua, casa Castiglioni, appunto, ritratta in un momento di relax familiare in cui si prepara la lettura. Nei 2 secondi in cui la bambina Giovanna si muove rapidissima, seguita dal suo cane per recuperare la lampadina e due cuscini per accoccolarsi a leggere, si accumulano persino sublimamente sotto i nostri occhi alcune delle più famose e importanti realizzazione di Design di Castiglioni.

Se dopo aver fatto correre compulsivamente il libro per vedere Giovanna correre verso la lettura vi prenderete il tempo per aprire le pagine scoprirete i dettagli, pochissimi e tutti significanti, dello scarno mobilio della stanza che la protagonista attraversa.

Tra gli oggetti compaiono anche quelli che non ti aspetteresti, come il quadro con il ritratto di Lapis che non può non avermi riportato alla mente la Macchietta del Conte Querini che campeggia nelle memoria degli spazi della Fondzione Querini Stampalia a Venezia.

Ed infine eccola qui, lei, la vera protagonista: Lampadina che è una lampadina per fare luce, LA lampadina di Castiglioni e la metafora di cosa può fare di incredibile la creatività prestata al Design, come nel caso di Castiglioni, o prestata ai libri, come nel caso della Lampadina di carta che abbiamo tra le mani.

Ho incontrato questo libro per caso, ma so che il caso non esiste e che il nostro incontro doveva accadere. I collegamenti con le pressochè infinite possibilità di racconare e letteralmente mettere in scena un museo, un patrimonio culturale (di qualsiasi natura), si sono letteralmente scatenati e spero avremo modo di parlarne durante il corso L’arte di raccontare l’arte il prossimo 27 febbraio, in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia.

Certo, questo è vero, per essere pronti anche solo ad immaginare qualcosa del genere, bisogna anche esser pronti a ridimensionare il proprio ego culturale ed accettare di diventare anche solo un flip book nella mani di un “qualsiasi” lettore… Ma sta proprio qui, secondo me, il salto importante di punto di vista: cambiare centro, mettere dentro il cerchio il lettore e il suo piacere e poi, attraverso questo, arrivare, se si vuole a mediare dei contenuti, non il contrario!

Musei e Fondazioni e company che fate cultura, ce la fate? Si può provare a chiudere il binomio mittende-destinatario della comunicazione mediata dall’oggetto libro e rendere l’estetica coincidente con l’etica?

I flip book dedicati a castiglioni sono 3 e io non me li perderei per nulla al mondo!

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