L’orso polare
Domani, sabato 27 febbraio, sarà la giornata mondiale dell’orso polare e, per quanto non ami particolarmente le “giornate mondiali”, mi è parsa un gancio da cogliere al volo per raccontarvi, in questo nuovo e costante Friday For Future, di un libro che da tempo era in attesa di questo momento.
“L’orso polare” di Jenni Desmond, edito da lapis, è un libro a figure dedicato a questo magnifico animale il cui interesse principale mi pare stia nella composizione originale ed equilibrata tra narrazione e divulgazione scientifica.
Il libro si apre con una formula classica nel modo “C’era una volta una bambina…” e metanarrativa nell’altro: “che prese un libro dalla libreria e iniziò a leggere…” e il libro che inizia a leggere la bambina è esattamente quello che stiamo leggendo noi.
C’è da dire però che la bambina protagonista una fortuna in più rispetto a noi ce l’ha: lei iniziando a leggere, entra nelle pagine e inizia, ogni tanto accompagnata da una volpe delle nevi, a seguire l’orso di cui il libro non racconta una storia, ma la vita.
Questa formula narrativa permette un rapido passaggio di ambientazione e di tono, la narrazione resta onnisciente e in terza persona prendendo al bisogno il piglio del narratore divulgatore.

Alcune tavole privilegiano il piano narrativo, altre invece si soffermano di più su quello divulgativo mettendo insieme i due elementi utilizzando modalità e font che agevolano tuttavia la loro distinzione.
Di fatto, seguendo la bambina da un lato, e l’orso dall’altro, entriamo e usciamo dalla storia e dal mondo reale in un andirivieni che mi pare una interessante ipotesi di lavoro e con una qualità della parte iconografica sempre notevole.

Tra la cornice narrativa e gli espedienti grafici trova ampio spazio la precisione scientifica che tuttavia non sembra appesantire la lettura, quanto piuttosto variarla nel ritmo permettendo per altro al lettore di privilegiare ora uno ora l’altro linguaggio del testo.
Come in un percorso circolare la storia si apre col libro e si chiude con il libro ed il sonno, prima il sonno dell’orso che si chiude nel letargo, poi quello della bambina che chiude il libro preferito – che è il medesimo che ci apprestiamo a chiudere anche noi lettori – e magari inizia a sognare.
Jenni Desmond è un’autrice di testi e immagini che mi piace molto e che spesso si è trovata a lavorare su temi e contenuti di divulgazione con questo bel piglio leggero ed efficace in cui persistono cornice narrativa con protagonista bambino e l’animale, penso alla Balenottera azzurra edito ugualmente da Lapis in cui il gioco che l’autrice persegue è lo stesso del L’orso polare, o a Migrazioni edito da Editoriale scienza con però testi di un altro autore; se non la conoscete io approfondirei l’incontro, potreste trovare cose molto belle!