Senza parole libri compagni di classe
Questo post è scritto da Lucia Schiralli che cura la rubrica del sabato “libri in classe” ogni sabato.
Iniziamo con una domanda impossibile a cui cercherò timidamente, almeno in parte, di rispondere: come fare a trasmettere la passione per la lettura?
Innanzitutto amandola! I genitori, gli insegnanti e gli educatori devono essere innamorati dei libri, del loro odore, della consistenza e della forma. Non si può insegnare ad amare, ma la passione si può trasmettere.
Fondamentale è poi procedere per gradi e proporre sempre quello che oggettivamente può essere letto e apprezzato. Grande successo ad esempio riscuotono da sempre i fumetti o più di recente i silent book che nascondono un grande segreto: pur non avendo parole stimolano moltissimo la fantasia e invitano il lettore ad uno scambio continuo con l’autore.
Questi libri non spaventano il giovane pubblico, abituato com’è ad usare le immagini per comunicare, giocare o ingannare il tempo. Nessuna sconfitta, nessuna frustrazione dinanzi alla pagina di parole che questa volta lasciano spazio alle illustrazioni o alle vignette. Il libro appare così un mondo conosciuto il cui linguaggio è noto, universale (pensiamo alle onomatopee nei fumetti) ma anche splendidamente polisemico. Gli adolescenti saranno incuriositi, ma anche sicuri e sereni, avranno cioè l’atteggiamento giusto per godersi una buona lettura e probabilmente, accordando fiducia ai libri, acquisiranno con il tempo un piacere destinato a durare tutta la vita (il divino piacere di Proust). I nostri alunni, e noi docenti lo sappiamo, riescono a decodificare e a comprendere molto meglio un testo iconico rispetto ad uno narrativo. È un dato di fatto, è così! Mi è capitato di dovermi confrontare con questa realtà per caso e per necessità.
Un po’ di anni fa e non proprio agli inizi della mia carriera, avevo in classe un alunno formidabile, bravissimo nel disegno e nelle arti grafiche in generale. Era un gran lettore, era sì abituato a leggere, ma quasi esclusivamente fumetti e albi. Che titoli potevo proporgli? O meglio ancora, da dove partire per conoscere le sue abitudini da lettore ed usare il suo stesso linguaggio? Mi aveva colta impreparata. Nella mia vita avevo letto di tutto, ma di fumetti veramente pochi. Io, grandissima lettrice, per la prima volta mi trovavo ad affrontare una nuova sfida. Proprio le parole, che da sempre amavo e apprezzavo, venivano meno. Dopo un iniziale minuto (molto di più!) di sconforto, decisi di reagire: mi iscrissi ad un corso (la scelta fu accurata) e per caso comprai quello che ora, ritengo essere uno dei libri più belli di sempre: Here di Richard Mc Guire.
DIFFICILISSIMO!!!
Dopo le prime pagine ero nuovamente avvilita e demoralizzata: avevo capito ben poco del contenuto e non riuscivo ad andare avanti. La stavo prendendo malissimo, una sconfitta epocale che metteva in dubbio me stessa, la mia eterna passione e il mio lavoro. Non mi sentivo pronta, non ce la facevo. Cominciai così a comprendere i ragazzi e le ragazze e quel loro sentimento di frustrazione dinanzi ad un libro che non possono leggere. Capii il loro disagio perché era diventato il mio. Il linguaggio che usava l’autore mi era sconosciuto, dovevo EDUCARMI a quella lettura. Mi è servita quella lezione, eccome se mi è servita. Decisi di imparare, di imparare da chi ne sapeva sicuramente più di me e portai il libro a scuola. Chiesi aiuto ad Angelo, il mio alunno mago del disegno. Lui prese il volume e sfogliandolo cominciò a spiegarmi il senso, il filo rosso che legava immagini e le parole: lui capiva. Mi chiese di portarlo a casa, gli brillavano gli occhi e per le successive due ore fu immerso in una lettura intensissima che non osai né ostacolare né interrompere. Il giorno dopo, felice come non lo avevo mai visto, me lo riconsegnò con un mare di segnalibri e fascette che gli servirono per raccontarmi la trama attraverso le tavole più significative. “Prof-mi disse – l’ho finito, me ne dà un altro così?” Da allora ho studiato e ho letto molto su questo argomento, mi sono educata alla lettura di fumetti, albi illustrati e silent che attualmente occupano un posto importantissimo nella mia biblioteca. Ed infine sono qui a parlarne. Il famoso cerchio magico anche questa volta si è perfettamente realizzato. Per i ragazzi è ancora più facile, sono giovani, hanno talento ed energie e noi possiamo agire educandoli, nel senso etimologico del termine, traendo cioè fuori quello che hanno dentro e noi lo sappiamo, non c’è che l’imbarazzo della scelta!
Libri in classe
Ed eccolo QUI! Here di Richard McGuire edito da Rizzoli Lizard.
Mi preme sottolineare che difficilmente se ne può affrontare integralmente la lettura in una Secondaria di primo grado, molto più adatto invece per i ragazzi più grandi. Ma Angelo mi chiese di condividerne il contenuto con i compagni e quindi ne parlai in classe.
La prima tavola su cui si soffermò fu questa, la cui lettura risultò molto semplice per tutti.
Ci troviamo QUI, all’interno di una casa, in una stanza che sarà sempre la stessa per tutta la narrazione. Angelo cominciò a coinvolgere i compagni nella descrizione dell’ambiente, chiedendo loro cosa vedessero e da cosa fossero colpiti. La discussione fu lunga e, lo confesso, mi servì anche per far ripetere il testo descrittivo in vista dell’esame. Nessuno però, me compresa, si accorse dell’elemento narrativo, l’unico direi, una piccola didascalia, in alto a sinistra, recante una data:1957. Girando pagina ci ritroviamo nella stessa stanza, ma nel 1942
La chiave per capire tutto era quindi la didascalia, un viaggio nel tempo (presente, passato e futuro) rimanendo nello stesso spazio. Questo fumetto ci sembrò allora uno scrigno dal contenuto prezioso che custodiva il senso della lettura: – Prof, É come rimanere comodamente seduti nel salotto di casa, sfogliare un libro e ritrovarsi a viaggiare-.
Angelo aveva capito tutto dall’inizio!
Poi ci siamo divertiti a scoprire che il salotto del libro era quello dell’autore, nato proprio nel 1957 e da lì abbiamo guardato la sua biografia e abbiamo imparato davvero tanto su questo libro che è una storia possibile solo a fumetti
Poi ci siamo divertiti a scoprire che il salotto del libro era quello dell’autore, nato proprio nel 1957 e da lì abbiamo guardato la sua biografia e abbiamo imparato davvero tanto su questo libro che è una storia possibile solo a fumetti.
Per i ragazzi più grandi si possono operare splendidi collegamenti con l’Ulysses di Joyce oppure in un liceo artistico è il libro adatto per approfondire il fumetto e la sua evoluzione.
Segnalo infine la versione interattiva dell’eBook
https://www.newyorker.com/culture/culture-desk/cover-story-2014-11-24
e il cortometraggio sperimentale
Per gentil concessione inserisco anche il suo percorso d’esame
Alla fine della terza media Angelo mi ha fatto un altro regalo
A proposito di alunni… devo ringraziare Giorgia P. per aver disegnato il logo della mia rubrica. A sabato prossimo!