Un giornale per ragazzi
In questi mesi, per un contributo critico che ho scritto per una rivista, ho avuto l’occasione di avere tra le mani il Corrierino d’informazione, inserto del Corriere dei piccoli dal 1968.
Nella prima comparsa dell’inserto il 17 marzo 1968 il direttore Giancarlo Francesconi scriveva queste righe che esplicitavano il senso dell’operazione tentata da Corrierino. Leggetele e ne parliamo….
Sul Corriere dei piccoli ci sono racconti, fiabe, avventure a fumetti e no; e poi pagine di varietà, rubriche e così via. Ma ci sono, debbono esserci, anche le notizie; le notizie di tutto ciò che accade in Italia e nel mondo, e che riguarda voi ragazzi. Ora, le notizie che vi interessano, noi le raccogliamo qui, in «Corrierino informazione»; che, come vedete, è fatto come i giornali per i grandi; e, come questi, porta anche articoli di fondo, commenti e rubriche dovuti a famosi giornalisti e scrittori. «Corrierino informazione» è dunque un giornale nel giornale: primo esempio di ciò che in futuro sarà il quotidiano per ragazzi, da leggersi al mattino quando si fa colazione, o al pomeriggio, dopo pranzo, come fa col “Corriere della sera” il vostro papà.
Ciò che mi ha colpita come un fulmine mostrandomi un’ evidenza, è stato il rendermi conto che l’intento, forse anche l’auspicio che Francesconi si pone programmaticamente – ovvero quello di creare un giornale non di divago ma di informazione, a misura di giovani lettori che possa essere letto come fanno “i grandi” (il riferimento al papà è significativo dei tempi….) – non ha mai avuto seguito. Un giornale come quello pensato da Francesconi non credo sia mai esistito, e forse ci si potrebbe domandare il perché ed anche chiedersi se forse non sia ora e tempo di recuperare una rapporto con bambini e ragazzi che preveda, anche, un confronto col mondo adulto attraverso una mediazione rispettosa e diretta come quella sperimentata, e credo almeno in parte riuscita, da autori come Dino Buzzati, Gianni Rodari, Piero Oddone, Mino Milani ed altri che hanno firmato le rubriche del Corrierino.
Senza buttare l’occhio indietro, alla mia infanzia, ad esempio, proviamo invece a guardarci intorno e a vedere cosa oggi i giovani lettori potrebbero avere a disposizione. Ci sono alcune riviste che stanno nascendo, alcune sperienze che stanno prendendo piede, penso allo Spunk, a Molla, all’Internazionale Kids, che mi pare sia l’unico più centrato su questioni di informazione. Poi ci sono le riviste come Focus ed altre che sostanzialmente lavorano sulla divulgazione, e quelle invece ludiche o “a marchio”.
Mi sono chiesta: ma dove vanno i giovani lettori di oggi a cercare informazioni, o meglio, dove incontrano (perché a questa età la ricerca è data spesso dall’incontro), le informazioni legate al mondo che li circonda?
Con buona probabilità la risposta è on line, tramite social più che tramite siti pensati per loro. Nulla di male in questo, si potrebbe pensare ad una rivista o ad un giornale on line per giovani lettori che usi i canali di comunicazione da loro privilegiati (una volta tanto la strada me la lascerei indicare da loro), ma il punto è individuare cosa e come interessa loro ed anche individuare figure adulte in grado di mediare i contenuti, adeguare le forme, seguendo e non trainando visto che il traino, lo sperimentiamo da decenni ma ancora non ce ne convinciamo non funziona.
Non ho alcuna risposta da darmi, mi piacerebbe una riflessione a riguardo, mi limito a notare che anche i migliori esperimenti restano elitari, di nicchia e spesso sono “squilibrati” in un senso o nell’altro. Credo che trovare la formula sia difficilissimo ma che in questa difficoltà ci sia anche una tendenza, che si protrae da tempo e che forse si sta, se possibile, acuendo, al lasciare i ragazzi e le ragazze fuori dalle cose che accadono nel mondo dei grandi. E se uno scossone forse in questo senso lo ha dato il movimento nato da Greta Thumberg poco vedo di seguito e riconoscimento adulto a questo scossone.
Come detto non ho risposte né pensieri specifici a riguardo ma una domanda non posso non farmela: ragazzi e le ragazze non si interessano di ciò che li circonda – ammesso che così sia – o non trovano spazi e modi perché questo interesse nasca cresca e si esprima?